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Biostabilizzatore a Santa Barbara di Nardò

Recupero plastica e ferro, ma non solo

I materiali che verrebbero smaltiti nell’impianto di Santa Barbara

L’impianto, ad oggi sulla carta, da realizzare a Santa Barbara prevede diverse attività da svolgere al proprio interno. Le principali consisteranno nel recupero di materiali plastici e ferrosi, in particolare: recupero di materia plastica (R3), in particolare da imballaggi pericolosi e non pericolosi; recupero di materiali ferrosi (R4) da imballaggi in ferro pericolosi e non pericolosi; recupero di materiali non ferrosi (R4) da imballaggi in alluminio pericolosi e non pericolosi; recupero di materiali non ferrosi (R4) in rame non pericolosi. Altre attività che verrebbero svolte, si legge sempre nel verbale della Conferenza del 12 dicembre scorso, sono relative a: recupero di carta (R3), trattamento, senza messa in sicurezza, di Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), svuotamento estintori e successivo recupero di materia del ferro di cui è costituito l’imballaggio, lavorazione tubi oleodinamici, operazioni di cernita, selezione, accorpamento e pressatura rifiuti, stoccaggio rifiuti contenenti amianto (D15), stoccaggio rifiuti di lana di roccia o guaina bituminosa(D15/R13) ed eventuale pressatura (D13,R12), miscelazione di oli ed emulsioni oleose (R12), miscelazioni in deroga (costituite da stesso rifiuti con codice EER con diverse caratteristiche di pericolo HP). L’area dell’impianto si svilupperà su una superficie di circa 15.000 mq sulla quale insistono aree di pertinenza esclusiva, così suddivise allo stato di fatto: piazzale e aree esterne di manovra circa 12mila metri quadrati; superficie verde mille metri quadrati; superficie coperta 2.100 metri quadrati. La quantità annua di rifiuti trattabili in impianto è pari a circa 90mila tonnellate anno.

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