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“Qui Radio Lecce”

Belpaese presenta un viaggio nella storia della radio libere salentine
 
“Salve, provincia di Lecce!” era il rituale saluto che veniva lanciato dalle frequenze di Radio Nice International agli ascoltatori di un programma quasi leggendario, della metà degli anni ’70, che  era Musica a Colori!. Tutto nasceva dalla voglia di “parole in libertà”, ma anche dal fascino che emanava la radio. 
E negli anni ’70 anche a Lecce nacquero le prime radio libere. Le prime che, in qualche modo si contendono un primato, sono Radio Lecce Giovane e Radio Lecce 1. Le notizie che si è potuto raccogliere dai pionieri della radio leccese sono tutte nella direzione di ricordi bellissimi, un amarcord condita da golardia e senso della sfida, grande entusiasmo e anche spirito di squadra. Tutti uniti nell’avventura della radio libera contraltare dell’ammiraglia Rai. Ed ecco allora che ricostruendo il puzzle dei ricordi si è potuta ricostruire una storia che è andata pressappoco così.
Marcello Favale, il corrispondente della Rai ricorda gli esordi con Radio Lecce Giovane nel 1973. “Nacque come idea nella pizzeria Rosetta, in viale Otranto, con Pino Crivellini che ne era l’anima. La studio era in via Antonietta De Pace. Si voleva emulare Arbore e Boncompagni (con Bandiera gialla prima e l’Altra domenica negli stessi anni) e si affacciava per me la possibilità di fare informazione radiofonica. Questa radio nacque con un trasmettitore Collins residuato di un carro armato americano, comprato a Livorno, e ritarato per le esigenze della radio”. Con lo stessa tipologia di trasmettitore nacquero le radio libere a Bologna e Milano. Favale curava tutta l’informazione dalla rassegna stampa mattutina, dando anche spazio alla cronaca locale, con appuntamenti alle 14  e alla sera intorno alle 19.
Lo sport cominciava ad assumere una grande importanza. Ci ricorda sempre Marcello Favale: ”Il Lecce era in serie C. In un clima di proibizionismo da parte delle società calcistiche, ci inventavamo di tutto per la cronaca calcistica: con appostamenti da un campanile di una chiesa vicino allo stadio con il cannocchiale, improponibili accrocchi e prolunghe di 50 metri o cercando di carpire la buona fede di qualcuno che abitava nei pressi degli stadi per guadare dall’alto di un balcone. All’epoca c’era anche Antonio Bartolomucci, attuale cronista sportivo di Mediaset e ricordo con  piacere uno speciale per un 1° maggio durante il quale, provvisto di registratore andavo a sentire i sindacalisti, e tornavo dalla cassetta  inframmezzavo canzoni alle interviste”. 
L’esordio radio di Bartolomucci  dalla sua viva voce: “Fu una radiocronaca nel maggio del 1975, a Messina, stadio celeste, Messina-Lecce finale 1 a 1, che coincise con il mio esordio in diretta. Con tanto di telefono da un balcone di una casa che si affacciava sul terreno e dal quale riuscii a fare il resoconto di quella che fu la gara della promozione in serie B, dopo almeno quarant’anni di purgatorio in C per i giallorossi”. Da questa prima avventura si passò ad altre esperienze radiofoniche che videro come grande inventore Fulvio Monaco, purtroppo scomparso.
La storia degli albori della radio a Lecce è infatti legata al nome di Fulvio Monaco, un vero mattatore e serio professionista, che cura la dizione e unisce alla grande inventiva una qualità davvero alta dei programmi e di chi lavora in queste altre radio. La sua è stata una delle voci più belle, quasi da figlio d’arte -ci racconta Loredana Di Quonzo– anche lei voce radiofonica, giornalista, attuale direttore editoriale Unione Sportiva Lecce e colei che è stata sua compagna di vita. L’interesse per la musica è stato in qualche modo ereditato dai genitori che nutrivano la passione per la lirica. Fulvio, oltre ad ascoltare tutti i generi musicali, suonava la batteria, frequentò il Liceo Artistico e poi l’Accademia di Belle Arti. La sua era una creatività inarrestabile, un pensiero divergente,  con una capacità di immaginare il diverso e l’alternativo, un precursore. 
Avendo deciso di restare a Lecce è il primo a mettere su una discoteca, il “Gipsy” in pieno centro, in via 95° Reggimento Fanteria. Lecce aveva una vita molto semplice e si nutriva dell’eco delle cose che avvenivano a Roma, con il mito del “Piper” nell’epopea degli anni ’70. Da queste prime esperienze, quasi in un crescendo, si articolò la fantasia della radio e l’incontro con Adriano Barbano, altro importante nome della storia della emittenza televisiva locale prima e della radio poi, fu fatale. Barbano tornava dall’esperienza dell’Istituto sperimentale di Roma, aveva anche realizzato in qualità di regista  il film Il Tramontano (uno dei primi girati in Puglia nel 1964)e pensò bene  di  creare prima la tv via cavo e immediatamente dopo una delle prime radio libere: Radio Lecce 1, in via Cavour. Lì c’era anche Toti Bellone, attualmente giornalista de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, impegnato in programmi di musica proveniente direttamente dagli Stati Uniti, grazie alla conoscenza e preziosa collaborazione del dj Sandro Persano. Dall’esperienza a TeleLecce Barbano passeranno un po’ tutte le voci storiche delle radio libere salentine. 
 
Antonella Lippo