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Quale futuro per la Masseria Boncuri?

La maggioranza a Palazzo Personè si divide: il gruppo Partecipa chiede la revoca della delibera che trasformerebbe la Masseria in un centro di accoglienza permanente
 
Continua a far parlare di sé la Masseria Boncuri. Da giugno ad oggi circa 500 lavoratori stagionali sono giunti a Nardò dal continente africano per la “classica” raccolta delle angurie, alle dipendenze dei vari imprenditori agricoli della zona. Seppur tra numerose difficoltà, Regione Puglia, Provincia di Lecce e Comune di Nardò, con l’aiuto di associazioni, sindacati, Asl e forze dell’ordine, sono riusciti a creare una fitta rete di solidarietà. In poco tempo Boncuri è divenuto un campo dotato non solo di tende e presidi medici ma anche di assistenza legale, finalizzata a contrastare o almeno, ad arginare, il dilagante fenomeno del caporalato. L’iniziativa ha suscitato il plauso della stampa nazionale, fino ad arrivare all’Università di Berlino e al quotidiano francese “Le Figaro”, che ha sottolineato lo sforzo corale delle istituzioni del territorio.
Fin qui, dunque, tutto bene: un grande movimento, spontaneo e trasversale, che ha ricordato ancora una volta come il Salento sia terra d’accoglienza. 
Arriviamo allo scorso 26 settembre. La Giunta comunale approva a maggioranza una delibera che ha per oggetto la destinazione d’uso della Masseria Boncuri. Il governo cittadino guidato dal sindaco Marcello Risi ha chiesto al Ministero dell’Interno di accedere a finanziamenti per la riqualificazione di Boncuri, non più per l’accoglienza dei lavoratori migranti impegnati d’estate nelle campagne, ma per ospitare cittadini extracomunitari richiedenti o titolari di protezione internazionale e progetti umanitari. Si tratta di finanziamenti ai quali il Comune di Nardò accederebbe a condizione di mantenere quella destinazione dell’immobile e di sostenerne manutenzione e costi di gestione per 5 anni. 
Nella maggioranza qualcuno però non l’ha mandata giù. I rappresentanti di Partecipa (lista civica che alle ultime elezioni ha sostenuto Risi dal primo turno riuscendo ad eleggere tre consiglieri comunali) sostengono che una scelta simile costerebbe alle già disastrate casse comunali ben 30mila euro l’anno e lanciano l’allarme. “È molto pericoloso -sostengono gli esponenti di Partecipa- che sull’onda dell’entusiasmo e della visibilità si prendano iniziative non più in favore dei lavoratori in agricoltura, ma di quanti richiedono protezione internazionale. Il che va al di là delle possibilità del territorio e delle risorse di un comune di 32mila abitanti”. Una crepa nell’esecutivo di Risi? Riccardo Leuzzi, coordinatore di Partecipa, chiede la revoca della delibera, invitando ad agire con “il consenso della popolazione neretina che attende risposte a ben altre priorità: lavoro, strade, decoro urbano, centro storico, impianti sportivi”. 
L’assessore ai lavori pubblici Vincenzo Renna (Sel) prova a placare le polemiche: “Quello di cui si parla è un programma mirato a finanziare progetti di ristrutturazione e ampliamento di strutture già destinate o da destinare all’accoglienza di immigrati extracomunitari richiedenti asilo. Nessuno ha pensato ad un mutamento di destinazione sostanziale della struttura. A mio modesto avviso le diversità emerse in occasione di questa delibera rientrano in una normale dialettica all’interno delle forze di maggioranza”. Per l’ennesima volta i riflettori sulla Masseria Boncuri non accennano a spegnersi. 
 
Stefano Manca