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Prova del nove per il Piano di Rientro sanitario

Dopo i passaggi in commissione, il Piano pugliese approderà in aula per la sua approvazione definitiva. Intanto rimane alta la tensione nel Salento per la prospettiva della chiusura degli ospedali
 
Battute finali per il Piano di Rientro sanitario che, proprio in queste ore, giungerà all’atto finale. Oggetto di negoziati vari tra Regione Puglia e Governo nazionale, il piano pugliese sancisce il taglio di 2mila e 200 posti letto, la riconversione di 19 ospedali e la conferma di provvedimenti già in atto, come il blocco dei turnover per il personale sanitario e il pagamento di un euro sulle ricette. Approvato durante la seduta congiunta della Prima e della Terza Commissione, martedì scorso, il disegno di legge “Approvazione piano di rientro Regione Puglia 2010-2012”, approderà ora in aula consiliare. 
“Gli accorgimenti previsti dal documento -così come spiegato dall’assessore al ramo Tommaso Fiore– consentiranno all’ente di ridurre la spesa e acquisire maggiori entrate”, in modo da poter intraprendere un cammino virtuoso che “da una parte garantisca lo sblocco dei 500 milioni del riparto del Fondo sanitario nazionale e dall’altra ponga in essere attività di monitoraggio per tastare le condizioni di salute del sistema sanitario pugliese”, ha aggiunto l’assessore regionale alla Sanità nella sua relazione introduttiva. Sarà così attivato un sistema di controllo on line che, attraverso due cabine di regia, sarà in grado di rendere gestibile la situazione. Nel documento, come detto, sono previsti tagli per 2mila e 200 posti letto e la riconversione di 19 ospedali sui quali, ha assicurato l’assessore Fiore, “si potrà ancora lavorare, con un emendamento, per snellire il provvedimento di riconversione”. 
Nel Salento intanto è unanime la voce dei sindaci che chiedono di non chiudere gli ospedali previsti dal Piano. Numerose sono stati negli ultimi mesi i sit-in di protesta nelle diverse piazze della provincia di Lecce. La soppressione dei 57 posti letto nell’ospedale di Campi Salentina ha messo in allarme il primo cittadino di Lecce Paolo Perrone, preoccupato che il “Fazzi” possa collassare per via della moltiplicazione dell’utenza. Non meno timore suscitano la chiusura dei nosocomi di Maglie, Poggiardo e Gagliano del Capo. Critica la posizione degli amministratori dei comuni che, almeno sulla carta, subiranno un ridimensionamento: oltre a Campi, San Cesario, Nardò e Scorrano. 
Il disappunto politico al Piano pugliese, di certo, non è mancato. Dura la posizione del capogruppo del Pdl pugliese, Rocco Palese, che si è letteralmente scagliato contro il provvedimento. Non ci sarebbe nessuna riduzione degli sprechi e della spesa per servizi, secondo l’esponente del partito di Berlusconi, così come inesistente sarebbe “la proposta di un nuovo modello organizzativo del sistema sanitario pugliese”. Ha preferito astenersi dalla votazione il gruppo regionale dell’Unione di Centro: “Ci siamo astenuti -ha spiegato il presidente degli scudocrociati, Salvatore Negro- con l’auspicio di poter modificare in aula il nostro atteggiamento, in senso favorevole, se il Governo regionale ci darà rassicurazioni sulla riconversione delle strutture dismesse”. Tutto rimandato in aula, adesso, dove il piano approderà per trovare, tra favorevoli e contrari, la sua approvazione definitiva. 
 
Barbara Politi