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Pronto soccorso

Pronto Soccorso in crisi

I medici scrivono alla Asl di Lecce

 

«La drammatica crisi che stanno vivendo i Pronto Soccorso nel nostro territorio (e non solo) rappresenta l’ultimo atto di una situazione che avevamo individuato come “Anello debole del Sistema Sanitario” in una importante riunione nel giugno 2022 alla presenza del presidente della Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici, dottor Anelli, dell’Assessore regionale alla Salute Rocco Palese, della Direzione dell’Asl Lecce. Tale situazione al “Perrino” di Brindisi ha comportato una fuga massiccia di Medici, facendone rimanere in organico solo 3 (tre!)». Queste le parole del dottor Donato De Giorgi, presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Lecce, che aggiunge: «Oggi la Direzione Strategica dell’Asl Lecce predispone delle visite mediche per circa 20 Colleghi da parte del Medico Competente “stante la carenza di medici nei Pronto Soccorso aziendali”, con il fine di stabilire l’idoneità alla mansione di Dirigenti Medici che avevano (anche 20 anni fa) firmato la presa in servizio nel P.S. Tale strada, che cerca evidentemente di mettere in luce situazioni ostative non più attuali, non tiene in nessun conto – secondo quanto ci risulta – né la storia professionale dei Colleghi, né il disagio o le aspettative degli stessi, che avevano deciso di interrompere definitivamente il rapporto con il P.S., né la situazione critica presente in molte altre strutture, che attualmente tali Colleghi stanno supportando, spesso fornendo un ottimo servizio con la loro inderogabile presenza, considerando che dette strutture sono chiamate giustamente ad offrire prestazioni in grado di diminuire i tempi di attesa e a ristabilire le prestazioni pre-pandemiche.

Deve essere anche considerato che il rispetto, l’autonomia professionale e la valorizzazione della professionalità è uno degli obbiettivi prioritari dell’Azienda Sanitaria, ma soprattutto siamo convinti che tali scelte siano destinate ad un fallimento molto rapido, senza ottenere quelle risposte di lunga durata necessarie. Abbiamo più volte (e congiuntamente) auspicato che l’attività del Pronto Soccorso deve basarsi (in attesa di nuove possibilità di assunzioni definitive) su: una possibilità di assunzioni anche temporanee, sia pure senza la necessaria specializzazione; sulla possibilità di utilizzare Colleghi in rapporto convenzionale con SEU 118 (anche MMG, corsisti), analogamente a quanto è stato fatto a Brindisi; possibilità di utilizzare prestazioni aggiuntive e soprattutto un sostanzioso “bonus” per una situazione ad elevato rischio lavorativo; possibilità di avere dei concreti vantaggi professionali e di carriera utilizzando l’esperienza dell’urgenza; possibilità di interagire con gli organi di Governo per stabilire che il P.S. deve essere considerato in tutt’Italia una situazione lavorativa emergenziale e quindi con una garanzia di evitare ripercussioni penali nel rischio clinico, sino a quando non viene superata la gravità della situazione. È evidente che ogni attività così impegnativa non può essere intrapresa senza la volontarietà degli interessati, che possono così riacquistare ruolo e dignità in un lavoro unico, straordinario e complesso, superando la cultura di un Pronto Soccorso – conclude De Giorgi – come luogo dove solo transitoriamente (e nel minore tempo possibile) si esercita la professione di Medico».

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