La conferenza Stato-Regioni amplia l’area marina di Porto Cesareo, inglobando il tratto di mare antistante Porto Selvaggio
Un grande successo. Una risoluzione attesa da molti e che finalmente completa un percorso avviato alcuni anni fa. Anche le acque di Porto Selvaggio sono ora protette e tutelate dalla legge. Lo scorso 6 maggio, infatti, la Conferenza Unificata Stato-Regioni e Anci, ha approvato lo schema del decreto di aggiornamento dei confini dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo (istituita nel 1997), approntando il regolamento di disciplina delle attività consentite in quello che sarà il nuovo perimetro dell’area esteso al tratto di mare antistante la costa neretina. La firma da parte del ministro dell’Agricoltura, Stefania Prestigiacomo, darà ufficialità e concretezza al decreto.
Si tratta di un successo che parte da lontano e che conta numerosi padri putativi: certamente le istituzioni tanto comunali, quanto regionali e nazionali. Ma anche le associazioni ambientaliste e parte di un’opinione pubblica sempre più coinvolta e sensibilizzata. Da circa cinque anni infatti l’Amministrazione comunale e, in particolar modo, l’Assessorato all’Ambiente, ha guidato una non facile battaglia volta ad estendere alle acque di Porto Selvaggio quella tutela che, fino a pochi giorni fa, era garantita soltanto alla terraferma rientrante nel Parco Regionale e alle acque comprese tra Porto Cesareo e Sant’Isidoro, propaggine settentrionale della costa neretina. In pratica una situazione anomala, caratterizzata da una ingiustificata asimmetricità nella regolamentazione del demanio marittimo e terrestre.
Il decreto approntato dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni premia questi sforzi, estendendo l’area marina protetta fino alla Torre dell’Alto, estremo presidio meridionale del Parco di Porto Selvaggio e Palude del Capitano. Come detto, oltre che dalle istituzioni, un importante contributo a questo successo è venuto dal mondo ambientalista. Giuseppe Venneri, vicepresidente di Legambiente, ha voluto ribadire come l’associazione da lui rappresentata abbia “lavorato anni per questo risultato costruendo iniziative (penso alla catena subacquea dell’anno scorso), organizzando convegni e seguendo da vicino tutto l’iter istituzionale. In questo percorso abbiamo incontrato la sensibilità di molti amministratori locali, in particolare di Mino Natalizio, e dell’ente gestore dell’area marina protetta. Conosciamo la qualità dell’area che da domani sarà finalmente Area Marina Protetta, non a caso da anni la premiamo con il massimo riconoscimento delle cinque Vele. Siamo certi che da domani questa scelta rappresenterà un’occasione non solo per il territorio di Nardò, ma per tutto il Salento”.
Ad onor del vero, non sono mancate alcune voci di malcontento, da parte soprattutto dei pescatori subacquei che, fino ad ora, avevano trovato nelle acque neretine una location ideale per praticare questo sport. Come si sa, qualsiasi decisione finisce per rendere scontento qualcuno. Di certo l’eccezionale ricchezza di questi fondali richiedeva un intervento di tutela a trecentosessanta gradi.
Come abbiamo avuto modo di ribadire in varie occasioni, Porto Selvaggio, per le sue bellezze paesaggistiche, ambientali, faunistiche e floreali rappresenta un luogo del tutto eccezionale. Un angolo di natura incontaminata, primordiale per molti versi, da proteggere ad ogni costo.
Alessio Palumbo