Alcune zone del paese, nonostante gli interventi ultimamente messi in atto (come la costruzione di una vasca di raccolta per le acque piovane), sono tornate ad allagarsi nel giro di poche ore, a seguito delle piogge dei giorni scorsi. In particolar modo via Paolo VI e le strade limitrofe si sono, come al solito, trasformate in veri e propri acquitrini.
Le ragioni di questi fenomeni sono pressoché note a tutti: Aradeo sorge in una sorta di piccola valle tra Neviano, Seclì e Cutrofiano. Come se ciò non bastasse per decenni, sui terreni dove prima scorrevano numerosi canali, si è pensato bene di edificare, soffocando col cemento armato i piccoli corsi d’acqua. A nulla sono valsi gli interventi susseguitisi nel corso degli ultimi anni e volti a limitare i danni che puntualmente il maltempo porta con sé.
E allora, perché ancora oggi si continua a costruire nelle zone dei vecchi canali? La “leggerezza” edilizia, tanto nel centro storico quanto in periferia, continua ad essere il tallone d’Achille di un paese che sembra non ricavare alcuna lezione utile dai propri mali. (A. P.)