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Piano Coste, affiorano le prime criticità

L’associazione “Prendi posizione – Tricase” scrive all’Amministrazione comunale chiedendo di rivedere l’intero progetto che identifica le aree balneabili libere e in concessione

 

Il Piano Coste, nel territorio di Tricase, interessa l’area demaniale marittima con l’obiettivo di pianificarne la fruizione mettendo in conto i vari interessi coinvolti: naturalistico, economico e pubblico. Tuttavia è  recente la notizia di alcune eccezioni sollevate all’Amministrazione comunale dall’Associazione “Prendi Posizione – Tricase”, che puntano alla revisione dell’intero Piano, anche alla luce delle recenti normative e del Piano Regionale delle Coste. 

Nel comunicato diffuso si parte dall’osservazione della morfologia: la costa tricasina, pur estendendosi per 9 km, si presenta aspra e frastagliata per lunghi tratti oltreché interessata da potenziali crolli in diverse e ampie aree, per cui le zone raggiungibili dal pubblico sono assai ridotte. Passando all’analisi del Piano Coste, fanno sapere dall’Associazione, si rischierebbe che proprio quelle limitate aree di fatto praticabili divengano poco fruibili all’accesso pubblico e gratuito.  Infatti, seppur il 17% dei 9 km sia destinato a stabilimenti balneari e spiagge libere con servizi, tale percentuale ricadrebbe in prevalenza in quelle tratte. Di fatto resterebbero spiagge libere le zone più impervie. 

Nel quadro generale spicca anche un’altra criticità: la realizzazione dei servizi previsti in tale perimetro porterà a un ovvio incremento di fruitori, che al momento non trova alcuna risposta in termini di aree destinate a parcheggio, ricettività e camminamenti sicuri per i pedoni. Elementi importanti, se si considera che del bel mare di Tricase usufruiscono anche alcuni abitanti dei comuni limitrofi, stimati in ben 18mila. Per far fronte alle ipotesi ventilate nel documento, “Prendi Posizione – Tricase”, oltre a proporre le proprie osservazioni all’Ente comunale, ritiene necessario aprire una seria e approfondita valutazione sull’impostazione totale del Piano, chiedendo in concreto agli amministratori di reimpostarlo lasciando come spiagge libere i luoghi ad oggi accessibili e indicando come stabilimenti balneari e spiagge libere con servizi  tutte quelle aree al momento non agevolmente praticabili, affinché vengano rese tali e dai potenziali imprenditori che vorranno farne richiesta. 

 

M. Maddalena Bitonti