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Perrone: “A Roma per difendere la città che amo”

Ma nella classifica del Sole 24Ore Lecce è bocciata dal Ministero dell’Economia: troppo spendacciona 

 

Il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, è sceso in piazza a Roma a fianco a molti altri sindaci italiani per protestare contro la revisione della spesa pubblica alias la spending review. Infatti per etichettare la manovra voluta dal premier Mario Monti per contenere la spesa pubblica è stato scelto un “logo” in inglese: omaggio alla nostra provincialità o modo per sfumare l’impatto delle misure, almeno a livello di informazione? Vedremo. Intanto il sindaco Perrone non ci sta e ha protestato a Roma, davanti al Senato. 

In contemporanea il Sole24 Ore ha pubblicato una classifica sulle spese nei capoluoghi di provincia e Lecce prende una “sberla” per essere spendacciona su comunicazione, incarichi e utenze. Infatti i tecnici del Ministero dell’Economia hanno rivoltato come calzini 106 capoluoghi di provincia per testare l’andamento di cassa degli stessi e quindi parametrare i tagli della spending review. Lecce è ai primi posti della classifica: 11esima per la spesa destinata alle utenze; 15esima per i contratti di servizio per i rifiuti; 19esima per i costi di comunicazione e rappresentanza; 23esima per gli incarichi professionali; 27esima per i contratti di servizio per il trasporto pubblico. Virtuoso, invece, il capoluogo salentino per servizi e pulizia: è 66esimo, ma anche la spesa per la manutenzione degli immobili è contenuta (ed è tutto da dimostrare se questo sia un bene).

Comunque, il primo cittadino tira dritto e si abbarbica al suo motivo ricorrente: la difesa della città che ama. Questo lo slang che contraddistingue la battaglia contro i tagli alla spesa pubblica, tagli indiscriminati, secondo il primo cittadino, che “colpiscono e mettono a serio rischio gli equilibri delle casse comunali e quindi l’offerta dei servizi al cittadino”. Secondo Perrone, la scure che si abbatterà sui trasferimenti rischia di essere mortale per tanti Comuni che già sono in affanno nel garantire il minimo essenziale alla collettività. Insomma, sembra una strada senza uscita o meglio il Governo dei “professori” non pare aver trovato ricette nuove rispetto ai passati Governi e ognuno si difende come può.

Il sindaco di Lecce respinge l’etichetta di amministrazione spendacciona -almeno per alcuni capitoli di spesa- perché, secondo il primo cittadino sono state avviate politiche di risparmio “senza precedenti” in tutti i settori della pubblica amministrazione. Ma intanto pare che i sindaci non vogliano mollare e l’opposizione alla spending review non si chiude con la manifestazione di Roma.

Nel frattempo Carlo Salvemini di Lecce Bene Comune chiede a gran voce l’istituzione di una commissione anti sprechi composta da pochi consiglieri, pescati tra maggioranza e opposizione, oltre che da tecnici. L’obiettivo? La messa a punto delle misure più efficaci per la revisione e la razionalizzazione delle spese del Comune di Lecce. 

Maddalena Mongiò