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Palazzo Personè, continua senza sosta la tempesta politica

Nessuna tregua per Vaglio: la maggioranza non esiste più e le opposizioni, forti delle ultime decisioni del Consiglio di Stato, lo attaccano a testa bassa 
 
“Après nous le déluge! (Dopo di noi il diluvio!)”. Questa celebre frase, attribuita da alcuni storici a Luigi XV, da altri alla sua amante Madame de Pompadour, è comunemente utilizzata per indicare la violenta fine di un’epoca. Un motto che anche il dimissionario sindaco Antonio Vaglio potrebbe far proprio. Tuttavia, mentre il sovrano francese non ebbe a patire personalmente il diluvio, Vaglio lo sta subendo in tutta la sua violenza. 
La crisi di Palazzo Personè ha forse raggiunto il suo momento culminante, dopo un crescendo rossiniano inaugurato dalla Quinta Sezione del Consiglio di Stato che, con ordinanza n. 4.138/2010, ha accolto il ricorso in appello proposto dai consiglieri comunali Salvatore Donadei, Oronzo Capoti e Totuccio Calabrese, in merito al  bilancio di previsione 2009/2011. Una sonora bocciatura della prassi amministrativa, che Vaglio ha cercato di aggirare chiamando a raccolta i suoi, ritenendo che “la censura accolta, sulla quale il Tar aveva dato peraltro una lettura totalmente diversa, è relativa soltanto alla pretesa mancata informativa ai consiglieri comunali o meglio per non aver messo gli atti a disposizione degli stessi per i giorni stabiliti. Non vi sono altri rilievi. Pertanto, se la maggioranza si ricompattasse, anche alla luce degli altri contenuti dell’ordinanza, il problema sarebbe risolto in un soffio, al di là di tutte le chiacchiere di corridoio”. Un appello ai vecchi alleati, che non ha raccolto vive adesioni, ma ha creato sconcerto tra le opposizioni. “Il Consiglio di Stato mette nero su bianco che non sono stati rispettati i 20 giorni previsti per l’esame degli atti da parte dei consiglieri comunali e lui cosa fa, promette di risolvere tutto in 11 giorni… con i numeri, e non solo con quelli, sembra proprio fare a botte”, ha ironizzato Mino Natalizio di Noi per Nardò. “Il ‘vaglismo’ è finito. È ora che la parola torni al popolo sovrano!”, hanno rincarato, da destra, gli esponenti di Azione Giovani. 
Come se ciò non bastasse, un ulteriore pronunciamento dello stesso Consiglio di Stato ha bocciato anche alcune decisioni prese in merito al nuovo piano commerciale e, dulcis in fundus, i lavori appena inaugurati sulla Nardò-Pagani per una nuova cartellonistica pubblicitaria sono stati interrotti per le proteste sorte da più parti. In poche parole: il caos regna sovrano a Nardò. Il futuro amministrativo della città è celato da una fitta nebbia fatta di accuse, veleni e polemiche. Il centrosinistra non ha più una guida né punti di riferimento: può dunque succedere di tutto, persino il ritorno di Vaglio con una maggioranza nuova di zecca, estesa agli elementi possibilisti della vecchia opposizione.
Contemporaneamente, nel centrodestra gli appelli ad allearsi in vista di prossime elezioni si scontrano con i nuovi fermenti politici nazionali e con una litigiosità interna. Non a caso, proprio in questi giorni, l’europarlamentare Pdl Raffaele Baldassarre è stato nominato commissario cittadino del partito: l’ordine interno si impone come necessità primaria, per evitare che, come avvenuto in passato, l’opposizione non riesca a sfruttare, dal punto di vista amministrativo e/o elettorale, le empasse della maggioranza. Ai neretini non rimane che attendere, sperando che il diluvio si plachi al più presto. 
 
Alessio Palumbo