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Otto anni di stragi

Quasi come al fronte di guerra, nella “missione di pace” afghana ogni giorno si contano vittime fra i soldati inviati dal contingente internazionale. Spesso cadono per bombe piazzate sul ciglio delle strade al passaggio dei convogli militari; per attacchi suicida degli insorti, o per il tiro incrociato dei cecchini talebani. Dal 2001 ad oggi nel paese medio-orientale, nel totale delle due missioni (la Enduring Freedom americana e la Isaf della Nato), sono morti in tutto 1.387 soldati stranieri. A contare il maggior numero di vittime sono i contingenti americano e britannico, che per la causa hanno sacrificato più di mille soldati. Il triste elenco conta 830 deceduti americani; 216 del Regno Unito e 129 del Canada. I tedeschi hanno perso 38 militari, i francesi 31, i danesi 28, gli spagnoli 25. I Paesi Bassi e l’Italia piangono la morte di 21 militari, la Polonia di 13, l’Australia e la Romania di 11, l’Estonia di 6, la Norvegia di 4. Tre sono i cechi ed i lettoni morti nella missione; due i militari di nazionalità ungherese, portoghese, coreana, svedese e turca; uno rispettivamente per Belgio, Finlandia e Lituania. Solo dall’inizio di agosto dono 50 i militari dell’Isaf ad aver perso la vita in  Afghanistan.