Nel reparto Cardiologia dell’ospedale di Lecce una apposita sala per elettrofisiologia ed elettrostimolazione sarà pronta entro novembre. Aumenta la soglia “salvavita” del numero di pazienti curabili nella struttura
Lode e biasimo, eccellenza e inefficienza, ‘stra-servizi’ e ‘dis-servizi’. A questi sbalzi d’umore è avvezza la routine del cittadino leccese quando si sfiora il tasto “Vito Fazzi”. Ma questo è il giro delle buone notizie. Buone nella misura in cui giustificano e assecondano l’appellativo “ospedale d’eccellenza”, che spesso e volentieri calza largo e “troppo buono”. E che certo non basta a convincere i pazienti leccesi a non migrare di buon grado verso altre strutture pugliesi. La questione è annosa e va affrontata passo passo. Un passo vero e un passo falso. Ad ogni modo uno slalom sotto gli occhi di tutti.
Ora il centro ospedaliero di Lecce ha fatto un salto di qualità, percorrendo le scale, in quel primo piano dove si trova il reparto di Cardiologia. Entro novembre di quest’anno, l’ospedale salentino potrà disporre di una nuova sala operatoria ad hoc “salvavita”, per tutti i pazienti colpiti da malattie cardiache. “Abbiamo girovagato per attuare queste procedure che sono importantissime e possono salvare la vita degli ammalati -afferma il direttore dell’Unità operativa complessa di Cardiologia dell’ospedale leccese, Francesco Magliari-. Siamo contenti perché si tratta di un passo avanti importante nell’ottica di offrire servizi sempre più efficienti”. La nuova sala di elettrofisiologia ed elettrostimolazione entrerà a far parte della struttura entro l’anno permettendo di superare la soglia dei cinquecento interventi l’anno, il cui superamento giustificava lo spostamento dei pazienti verso altre strutture pugliesi, soprattutto verso il policlinico di Bari. “Era un paradosso che non disponessimo di questo ambiente -spiega Magliari-, specie se si considera il numero di procedure che eseguiamo. Molti pazienti erano costretti ad andare a Bari o altrove per curarsi. Noi eseguiamo circa 500 interventi all’anno sia di elettrostimolazione, sia di elettrofisiologia interventistica. È fonda¬mentale avere una sala ad hoc e, malgrado il nostro sia il più grosso ospedale della provincia, non ce l’aveva. Il problema quindi era importante, ma è stato affrontato, insieme al direttore generale dell’Asl, Guido Scoditti, e al direttore sanitario, Franco Sanapo, anche se ancora non completamente risolto”.
L’insediamento della nuova sala e l’installazione dei nuovi impianti procede a ritmi rapidi. È previsto l’utilizzo, oltre che dei classici pacemaker, dei cosiddetti defibrillatori ventricolari, macchine all’avanguardia specifiche per il trattamento del cuore che agiscono sia dalla parte destra che sinistra attraverso speciali cateteri. Si utilizzano per curare scompensi cardiaci e aritmie gravi attraverso scariche elettriche e microustioni che riportano al corretto funzionamento del muscolo. Il “Vito Fazzi” già dispone di una struttura di elettrostimolazione ed elettrofisiologia, presieduta dai dottori Ennio Pisanò e Giovanni Milanese, in cui vengono effettuati studi elettrofisiologici che consentono di apprendere il meccanismo delle aritmie. Ora sarà possibile disporre di una nuova apposita sala, ad oggi rimpiazzata dalla sala operatoria del secondo gruppo e dalla sala di emodinamica.
Alessandro Tomaselli