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“Nel Salento settanta denunce in sei mesi”

Il vice questore aggiunto Sandra Meo della questura di Lecce commenta favorevolmente l’introduzione della legge anti-stalking, tracciando un quadro della situazione nella nostra provincia

Le questure sono osservatori privilegiati sulle trasformazioni della società e del territorio nei quali operano. La dottoressa Sandra Meo, che svolge il ruolo di Vice Questore Aggiunto presso la questura di Lecce, racconta come si svolge il lavoro di prevenzione e repressione del reato di stalking nel nostro territorio.
Dottoressa Meo, si sentiva il bisogno dell’introduzione di questo nuovo reato nel Codice penale?
Certo, noi siamo i primi ad esserne soddisfatti perché finalmente si è colmato un vuoto normativo. Per azioni criminose di questo tipo infatti spesso si giungeva al compimento di un reato più grave come l’aggressione, la minaccia, l’ingiuria. Cioè si arrivava troppo tardi. Con l’introduzione del reato di stalking nel Codice penale riusciamo a contenere anche le conseguenze psicologiche degli atteggiamenti persecutori.
Da quando la legge è in vigore quante donne si sono rivolte a voi?
Al nostro commissariato giungono in media quattro o cinque denunce al mese. In ogni caso siamo riusciti, dopo una attenta verifica della sussistenza della persecuzione (in inglese “stalking”, ndr) a dare soddisfazione alle vittime in modo rapido, allontanando lo stalker. Certo dobbiamo trovarci davanti a comportamenti che perdurano almeno per un paio di mesi. E che giungono a turbare la serenità della vittima, a modificarne in peggio la vita quotidiana.
In che modo vi siete organizzati per fronteggiare lo stalking?
Abbiamo all’interno della Sezione reati contro la persona della Squadra Mobile della Questura di Lecce un team altamente formato di cinque persone che si occupa della analisi e della prevenzione dello stalking. Si tratta di agenti, di un ispettore e un funzionario che ogni giorno lavorano ai diversi casi che si presentano.
Chi sono gli stalker nella nostra provincia?
Gli stalker salentini, come nella media nazionale, sono spesso ex mariti o ex fidanzati della donna che perseguitano. Persone cioè che non riescono a rassegnarsi a un abbandono legittimo da parte della propria compagna o alla fine di una relazione. Quasi sempre persone che già avevano difficoltà a vivere serenamente il proprio rapporto di coppia.
Lo stalking è un pericolo che riguarda solo le donne?
Nel nostro territorio su circa settanta denunce solo in un caso abbiamo incontrato una stalker donna. Quindi statisticamente lo stalking è un problema che coinvolge prettamente le donne. Un aspetto altrettanto importante è poi il coinvolgimento dei minori. Se ad essere molestata è una mamma inevitabilmente il disagio ricade anche sui minori, che nelle situazioni più gravi possono anche correre dei pericoli. L’Ufficio minori della Questura di Lecce si trova a confrontarsi anche con questo genere di problematiche.
A suo parere, cosa è cambiato nella società da quando lo stalking è reato?
È molto cresciuta la percezione della sicurezza per le donne. Perché questa legge ha assicurato una maggiore rapidità di intervento e una maggiore soddisfazione per le donne che compiono il passo decisivo di rivolgersi alle Forze dell’ordine. In base a questo noi riscontriamo anche una maggiore predisposizione a denunciare. E ciò è ancora una volta un positivo riscontro della reale necessità di punire a livello penale i comportamenti persecutori.

 

Alberto Mello