L’arcivescovo D’Ambrosio si schiera con il Comune di Lecce e afferma la necessità di santificare le feste e passarle con la famiglia
“Terzo, santificare le feste”. A ribadirlo è l’arcivescovo di Lecce Domenico D’Ambrosio che appoggia in pieno la decisione del comune di Lecce e della Regione Puglia, quest’ultima giunta proprio qualche giorno fa, nel corso di un vertice tenuto dalla vicepresidente Loredana Capone, di lasciare i negozi e gli esercizi commerciali leccesi chiusi nei giorni di Pasqua e del Lunedì dell’Angelo. Pasqua e Pasquetta di riposo, quindi, per i leccesi, anche se le aspettative di molti erano quelle di una città dalle strade affollate e dinamiche, soprattutto in quei giorni di festa.
Una decisione che, al contrario della diocesi e delle autorità amministrative, non è stata affatto condivisa dall’Azienda Promozione Turistica e, in particolare, dalla sezione Turismo di Confindustria, presieduta da Giovanni Serafino, che vede nei giorni del break pasquale una grande risorsa in termini economici, dato il vasto afflusso turistico verso il capoluogo leccese, città di cultura, ma soprattutto graziata da un clima mite che in quei giorni attira i primi vacanzieri di primavera.
“Credo che si stia un po’ esagerando -ha spiegato monsignor D’Ambrosio- con questo problema dei turisti che hanno bisogno di trovare i negozi aperti. Ci sono giornate in cui bisogna dare spazio alla fede e ogni altro aspetto passa in secondo piano. La ricorrenza di Pasqua è una di queste occasioni, non è giusto costringere i lavoratori a rimanere lontani dalle proprie famiglie, dagli affetti più cari”. Così, fede e famiglie devono necessariamente essere in primo piano in quei due giorni, in cui però il turismo punta per iniziare una stagione primavera-estate alla grande. Ma la spiritualità e l’interesse -si sa- non sono bravi compagni di viaggio ed è normale che le necessità dell’uno e dell’altra cozzino inevitabilmente. Un problema che, in realtà, si riscontra spesso nei periodi di festa, periodicamente facendosi avanti: si può trattare delle domeniche prenatalizie o, come in questo caso delle vacanze pasquali.
Il problema della chiusura, tuttavia, non riguarderà solo i negozi, lo shopping, il superfluo, ma anche le chiese, spesso chiuse nel primo pomeriggio, durante il quale spesso i turisti sono soliti passeggiare alla ricerca della ragione che li ha spinti a raggiungere l’estremo lembo d’Italia: Lecce città d’arte. Eppure, a quanto pare, ci si sta attrezzando almeno per venire incontro alle aspettative istruttive dei turisti e alcuni volontari, già dalle prossime settimane, saranno all’opera per consentire l’apertura delle antiche chiese barocche anche in orari poco ortodossi, in particolare quelli in cui i salentini sono soliti fare la siesta. Ciò non accadrà, per ovvi motivi logistici e d’organizzazione durante la prossima Pasqua, ma il nuovo servizio volontario potrebbe risolvere non pochi dilemmi a riguardo.
Angela Leucci