Cerca
museo-archeoindustriale-maglie

Museo Archeologico di Maglie, inaugurazione con Fitto

Il ministro salentino del governo Meloni alle 18 alla cerimonia di riapertura del prestigioso immobile

Stasera alle 18 su inaugura il Museo del patrimonio industriale di Maglie, in via Matteotti: un bene di grande prestigio che nasce dal restauro conservativo dell’ex fabbrica di mobilio dei f.lli Piccinno, progettato nel 1919 da Adolfo Piccinno e ultimato nel 1925. I Piccinno furono rinomati ebanisti e intagliatori magliesi sin dal
1863. All’evento saranno presenti il sindaco di Maglie Ernesto Toma, l’architetto Giovanni Guido (Comune di Maglie), l’architetto Antonio Zunno (funzionario Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio), il professor Renato Covino (Università di Perugia, Presidente Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale), l’architetto Laura Piccinno (discendente famiglia Piccinno), il dottor Franco Milella (coordinatore tecnico-scientifico dei partenariati pubblico-privati e fondatore della Fondazione Fitzcarraldo di Torino). In collegamento interverrà l’architetto Francesca Riccio, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Lecce e Brindisi. Conclusioni affidate all’onorevole Raffaele Fitto, Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr.

Il Museo Archeoindustriale di Terra d’Otranto di Maglie è il primo nel meridione d’Italia.
Fabbrica di mobili e poi magazzino di tabacco, diventa un Museo dedicato al patrimonio industriale di Maglie e della Terra d’Otranto: le attuali province di Lecce, Brindisi e Taranto. Ospita al suo interno una Sala
virtuale dedicata alle attività produttive e alla loro evoluzione tecnologica, altri spazi sono
riservati all’agricoltura e al settore artigianale-manifatturiero. Risulta, quindi, diviso in due sezioni: una dedicata all’industria di Terra d’Otranto; una alla Maglie industriale, nota in tutto il Salento meridionale come “l’emporio del Capo di Leuca”. È stata, inoltre, allestita una sala polifunzionale a carattere didattico con l’installazione di apparecchiature multimediali e la creazione di spazi polivalenti, dedicati alle attività culturali ed a percorsi privilegiati per le scuole.
Lo spazio dedicato al Centro di documentazione del patrimonio industriale del Capo di Leuca è integrato
nell’ambiente museale in modo da fornire all’utente qualcosa di diverso dalla classica biblioteca.
Per l’allestimento del museo, sono state molto importanti le numerose donazioni delle famiglie magliesi e anche di svariate famiglie salentine.

“Finalmente grazie a positive sinergie che nel corso degli anni hanno fatto molto e bene alla città e a tutto il territorio di riferimento – afferma il sindaco di Maglie Ernesto Toma, che organizza l’evento inaugurale –
possiamo beneficiare di una struttura innovativa che non è solo la sintesi del sistema industriale locale tra il 1850 e il 1950: infatti racchiude testimonianze di ciò che era il sistema produttivo dei tempi ma anche e soprattutto un vero e proprio contenitore culturale, estremamente smart; un luogo attivo, contenitore di eventi, di
percorsi didattici, di aggregazione e animazione. Inoltre l’ex mobilificio è un elemento essenziale di un più vasto percorso di valorizzazione del territorio, insomma un unicum fra luogo di sperimentazione didattica e momento di marketing territoriale”. Prosegue il primo cittadino: “L’orgoglio mio personale è quello di aver potuto dare alla mia Città il racconto concreto della produzione industriale di Terra d’Otranto e della città di Maglie: sono state censite e localizzate su una carta tematica tutte le realtà industriali come concerie, molini e pastifici, magazzini per la lavorazione del tabacco, stabilimenti vinicoli, frantoi ed altri opifici, che hanno portato alla luce un volto della città di Maglie ancora poco noto. Realizzazioni come questa che ci apprestiamo a inaugurare – conclude Toma – diventano il fulcro di un cambiamento del concetto di bene culturale, posto al centro di nuove strategie, finalizzate all’attrazione di flussi turistici, laddove il recupero del patrimonio industriale e la sua valorizzazione costituiscono la chiave di volta”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *