Cerca

Miasmi? Ma quanto miasmi?

Ennesimo caso, qualche giorno fa, di odori malsani rilasciati dalla piattaforma consortile di San Sidero. Il sindaco Antonio Fitto invita gli enti ad una tempestiva soluzione prima che i cittadini intraprendano le vie giudiziarie

 

Cattivi odori? A Maglie da diversi anni convivere con i miasmi serotini è la regola, soprattutto d’estate. Il nuovo depuratore consortile di San Sidero costruito in una zona periferica, non assolve al meglio il proprio dovere tanto da indurre, a più riprese, il sindaco Antonio Fitto e l’attuale assessore provinciale Ernesto Toma a interpellare l’Acquedotto Pugliese, gestore dell’impianto affinché si ponga rimedio.
Di regola a soffrire maggiormente il problema, se pur in particolari condizioni meteorologiche, è la zona ovest di Maglie: l’ultimo caso di qualche giorno fa invece, quando gli effluvi nauseabondi particolarmente intensi, hanno avuto la ventura  di essere avvertiti anche nel centro città. Così, anche questa volta, il primo cittadino si è armato di carta e penna e ha indirizzato nuovamente una lettera piena di disappunto ai dirigenti dell’acquedotto, a quelli della Regione Puglia e della Provincia di Lecce sollecitando interventi urgenti per la soluzione delle problematiche della struttura di San Sidero. “Il caldo estivo acuisce -scrive Fitto- il problema dei miasmi provenienti dalla piattaforma di depurazione ed i cittadini hanno nuovamente sperimentato la sgradevole sensazione di respirare aria insalubre. Spiace rilevare che dopo tanti anni di reiterate richieste di intervento, pure concordate sui tavoli tecnici, il problema resti ancora irrisolto”. Fitto ribadisce che ci sono cause precise a cui imputare le problematiche, cioè “la cattiva gestione e manutenzione degli impianti di sollevamento i quali possono contare sul trattamento chimico solo nel punto di emissione delle sostanze odorigene, mentre la copertura delle vasche di sedimentazione, precisa prescrizione disposta dal Consiglio comunale, non è mai stata realizzata per fantomatici motivi tecnici”.
Una situazione già evidenziata in occasione del sopralluogo dello scorso di mese di agosto effettuato presso la piattaforma assieme al Direttore Scientifico di Arpa, il quale aveva precisato “che numerose piattaforme di depurazione situate in altre zone della Puglia erano dotate di vasche coperte. Si rinnovano, pertanto, le richieste già formulate in passato e più volte, col meditato convincimento che siano sufficienti gli interventi, gli impulsi di parte e le ‘sollecitazioni’ amministrative per risolvere, a patto che lo si voglia fare, queste problematiche che mortificano i cittadini ed il loro diritto di respirare aria salubre”. Anche perché, conclude Fitto, “si vorrebbe scongiurare l’ipotesi che i cittadini, in latenza di interventi e attività da parte degli enti pubblici preposti, sentendosi abbandonati dalle istituzioni ed esasperati dalla persistente vigenza di una situazione che si rinnova ormai con cadenza annuale, attivino quello che molto spesso è ritenuto essere l’unico rimedio a molte problematiche, il ricorso alla via giudiziaria”. Una ipotesi da evitare in maniera assoluta anche perché “l’eventuale provvedimento giudiziario cautelare di sospensione per motivi igienici di un servizio di pubblico interesse, potrebbe procurare l’insorgere di una ancor più grave situazione di criticità sanitaria”.