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“Mi auguro che Io Sud esca dall’ambiguità”

 

Dopo l’uscita dal gruppo consiliare del Pdl e l’avvicinamento all’Udc, il presidente del Consiglio comunale, Eugenio Pisanò, fa un passo indietro. Un passo che, in verità, si era già percepito tra il primo e il secondo turno alle provinciali, con un allontanamento progressivo dall’Udc e Io Sud

 

Presidente Pisanò, che cosa è accaduto in quei 15 giorni?
In quei giorni la situazione di incertezza del terzo polo si è resa ancora più palese, con uno spostamento a sinistra che non ho condiviso. Io sono tra coloro che sperano ancora che chi ha rappresentato il centrodestra salentino possa superare i problemi personali sedendosi attorno allo stesso tavolo del Pdl.

Lei li chiama problemi personali, ma Adriana Poli Bortone ne fa invece una questione territoriale e punta sull’identità del territorio stesso.
Io credo che la nascita di una terza forza politica sia cosa buona. Ritengo infatti pericoloso non schiacciare tutto sul bipolarismo. Un polo moderato di centro può moderare le scelte della sinistra radicale ma anche quelle della destra xenofoba, penso ad esempio alla Lega. Per questo ho sottoscritto ad un certo punto il progetto Poli-Udc, tuttavia, mi rendo conto che non si può andare da una parte e dall’altra a seconda delle convenienze. Ad un certo punto bisogna scegliere e le scelte fatte sinora a livello regionale non mi sono piaciute.
In altre parole, secondo lei il terzo polo dovrebbe strizzare l’occhio al centrodestra?
Io sono stato eletto nelle file del centrodestra, se devo cambiare squadra devo dimettermi e sottopormi nuovamente al giudizio degli elettori. Non posso tradire la loro fiducia. D’altronde, se fossi stato eletto alle europee sarei finito nel Partito Popolare Europeo accanto agli europarlamentari del Pdl.

Quanto ha pesato nel suo allontanamento da poli e Udc il risultato alle Europee, lei ha preso 7mila voti in provincia e non ha nascosto che le sono sembrati pochini.
In quest’avventura c’era un grande entusiasmo iniziale, ma poi la questione Provincia ha monopolizzato l’attenzione di tutti. È vero, se si fanno dei raffronti con il suo risultato, mancano all’appello migliaia e migliaia di preferenze, ma io stesso non ho chiesto alla Poli di spendersi più di tanto una volta capito l’andazzo.
Lei prima parlava di convenienza. A cosa si riferiva?
Al fatto che alla fine si riduca tutto ad una questione di postazioni e ambizioni, il fatto che Adriana Poli Bortone ad un certo punto venisse messa da parte dal centrodestra non è stata una bella cosa. Nonostante questo, secondo me, avrebbe però dovuto mantenere una coerenza; per lei, come per tanti altri, il bacino naturale resta il centrodestra. Ed io mi sento tra questi.

Veniamo al Comune di Lecce. Insieme a Stefano Ciardo, lei ha firmato un documento in cui si chiede che Io Sud si dichiari fuori dalla maggioranza, ora anche il Consiglio di Stato ha riconosciuto il diritto del Sindaco di revocare le deleghe dei tre assessori.

Certo, io spero che Io Sud esca dall’ambiguità, che escano dalla maggioranza dimostrando la loro coerenza. In caso contrario  dovrebbero cancellare dalla storia gli apparentamenti col centrosinistra degli ultimi mesi.

Qual è il suo rapporto con il sindaco di Lecce, Paolo Perrone?

Dialettico o, come ho già detto in altre occasioni, “bonariamente critico”. Ritengo che abbia nei prossimi tre anni l’opportunità di dare nuovo slancio all’azione amministrativa che non è stata brillante nel primo periodo. Credo che ora occorra uscire dai tatticismi e mettersi al lavoro.

Si parla di un suo imminente ingresso in Giunta.

Si dicono tante cose, ma non ne abbiamo parlato.

Ma lei sarebbe disponibile a farlo?

Solo dopo un’analisi approfondita, una valutazione asettica e analisi del lavoro svolto.

Un vero rimpasto dunque, non una operazione chirurgica che toglie Io Sud e mette al loro posto altri tre?

Ci sono settori improduttivi e bisogna prenderne atto. Solo chiedendo ai partiti i loro uomini migliori si può rilanciare l’amministrazione. Occorrono persone propositive che non addossino l’intera responsabilità al sindaco.

Pagelle?

Ci sono risultati inconfutabili, basta saperli leggere. E poi, accanto alla rimodulazione delle deleghe, occorrerebbe una seria rotazione dei dirigenti. Una bella scossa insomma.

(A. L.)