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Meglio il Premio Barocco o l’Università  del Salento?

Polemiche al fulmicotone tra Vincenzo Barba e l’entourage del Premio Barocco. L’onorevole vorrebbe che i fondi destinati al Premio fossero dirottati alle casse vuote dell’Ateneo; gli organizzatori invece vanno dritti per la loro strada e puntano i piedi su richieste e parti contrattuali.
 
Il Premio Barocco Lecce non vuole proprio farselo sfuggire. Questa la convinzione emersa dopo l’incontro a Palazzo Carafa tra Antonio Gabellone, Presidente della Provincia di Lecce; Paolo Perrone, sindaco di Lecce; Fernando Cartenì, patron del Premio; Carmelo Lazzari, avvocato che rappresentava l’organizzazione. Insomma Bari e la regione Sicilia dovranno accontentarsi di guardarlo in televisione. Il nuovo protocollo d’intesa dovrebbe avere durata triennale o quinquennale e svolgersi all’aperto, Lecce ha ospitato il Premio nell’area ex Carlo Pranzo per poter ospitare il numeroso pubblico che, ad ogni edizione, affolla la platea. Pare quindi messa in soffitta l’idea di far traslocare il Premio nel Teatro Politeama Greco di Lecce. Tutto bene quel che finisce bene? Forse, ma le polemiche sono tante e, in alcuni casi, roboanti. C’è chi il Premio lo vorrebbe nuovamente a Gallipoli, c’è chi spara a zero su lustrini e paillettes. 
Le istituzioni locali non hanno dubbi: il Premio è un valido strumento di marketing territoriale. Certamente è una vetrina importante, uno spot a tutto campo, un riflettore prestigioso che si accende sulla città. Ma, chiaro c’è sempre un ma a governare gli accadimenti della vita, siamo in tempi di crisi e la coperta è corta, sempre più corta. Vincenzo Barba non ha dubbi: il Premio è un non senso. A suo parere il denaro pubblico non può essere impegnato a sostenere quella che è solo “una passerella esibizionistica fonte dell’occulto arricchimento di organizzatori, pochi intimi e presunti addetti ai lavori, vecchi come non mai e vetusti quanto tutti ben sappiamo”. Affonda il coltello senza pensarci due volte, lui che da sindaco di Gallipoli non esitò a rinunciare alla manifestazione che sino ad allora era stata il fiore all’occhiello della cittadina ionica. Anche allora le polemiche furono taglienti e, è il caso di ricordarlo, nel cuore dei gallipolini è vivo il rimpianto per quei giorni in cui la città diventava un set a cielo aperto. Vincenzo Barba fu “snobbato” e, pur essendo l’allora sindaco non fu invitato sul palco. Insomma fulmini, saette e Lecce non si fece sfuggire   l’occasione. Oggi Barba adduce motivazioni di ben altro respiro e tira in ballo il Magnifico Rettore dell’Università del Salento e le casse dell’ateneo che urgono di fondi. Non vi è dubbio che l’osservazione non può lasciare indifferenti e merita una riflessione. In tempi di vacche magre, quali purtroppo sono i nostri, è del tutto evidente che i soldi pubblici debbano essere investiti con attenzione e dandosi delle priorità. È chiaro che questo tipo di manifestazioni, in cui l’interesse privato ha una parte preponderante, dovrebbero essere sostenute in larga, larghissima parte, da sponsor privati. Rimane la domanda di fondo, il quesito posto da Barba: meglio il Premio o l’Ateneo?
Maddalena Mongiò