Il consigliere comunale di minoranza esprime con criticità l’attuale sistema politico della sua città, intervenendo anche su altri temi ‘caldi’
Il consigliere comunale Massimo Gravante esprime a tutto tondo la sua visione sulle attuali dinamiche politiche che interessano Poggiardo e il più ampio contesto territoriale. A pochi mesi dal termine del mandato di Silvio Astore, Gravante ha le idee chiare: “A Poggiardo serve una linea politica coerente, basata sull’autodeterminazione, cioè su scelte politiche autonome, che puntino a risollevare l’economia e restituire a Poggiardo la ‘P’ maiuscola, scevri da spinte elettoralistiche e personalistiche. Basti pensare all’eccessivo costo sostenuto per realizzare il rondò di piazza Casciaro quando eravamo in piena campagna elettorale, mentre la mensa è rimasta a carico dei cittadini con le elezioni ormai alle spalle. La nostra città dovrebbe invece sfruttare meglio le potenzialità del suo mercato settimanale, ogni settimana abbiamo la nostra fiera, e dell’area archeologica SS. Stefani”.
Gravante guarda già al federalismo: “Ci imporrà delle ristrettezze, sarà un piano che con le attuali dinamiche fiscali danneggerà il Sud e verrà usato come il tappeto sotto cui nascondere le incompetenze delle pubbliche amministrazioni”. Il consigliere di minoranza auspica un impegno serio per il futuro di Poggiardo e dell’Italia tutta: “Il sistema è ancora vecchio e non c’è futuro per i giovani. Usando una metafora ‘epica’ non è il giovane Enea che porta sulle sue spalle il vecchio Anchise, ma purtroppo il contrario. Il Governo nazionale non ha un programma per la famiglia, i giovani, una nuova economia; si dovrebbe poi eliminare il cumulo di cariche, sia in politica che nelle pubbliche amministrazioni”.
Da medico dermatologo, non può non che esserci attenzione al tema della sanità: “A Poggiardo si è intervenuti con opere di facciata e non si è puntato a modifiche strutturali, programmando le esigenze sanitarie reali del territorio. Siamo stati capaci di formulare piani sanitari in cui erano presenti nel nostro nosocomio contemporaneamente il punto nascite e il punto per le interruzioni volontarie”. Infine, qualche considerazione sulla Regione Salento: “A pochi mesi dalle elezioni regionali, si vuole indire un referendum di consultazione. Si dice che i costi per questo siano esigui, ma non è quello che ci è stato detto quando ne abbiamo proposto uno in merito al biostabilizzatore di Poggiardo. Se poi il problema sono i fondi che si fermano a Bari, la responsabilità è di chi siede in Consiglio: o non sono bravi a chiedere per il cittadino ed il territorio o non sono capaci di fermare la longa manus, qualora fosse vero. È necessario comunque un analisi critica e più profonda e solo allora si potrà giungere al referendum con consapevolezza e senza speculazione, a meno che qualche principe non voglia diventare re. Attenzione, comunque, perché isolarsi può significare soffocare”.
Alessandro Chizzini