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Masseria Boncuri chiude: migranti senza un tetto?

A chiederselo l’associazione “Diritti a Sud”: l’immobile ospitava venti ragazzi africani poi fatti traslocare in una foresteria che a fine settembre chiuderà i battenti

 

Accoglienza migranti, l’ultimo scontro nasce in rete e prosegue tra associazioni e Comune. Nei giorni scorsi l’associazione “Diritti a Sud” presieduta da Rosa Vaglio ha pubblicato alcune foto di Masseria Boncuri, struttura comunale in via Lecce oggi chiusa ma che fino a poche settimane fa ospitava circa venti migranti. Le immagini testimonierebbero lo stato di degrado dell’immobile: materassi abbandonati tra gli alberi, divani lerci, immondizia e disordine. Immediata la replica di Palazzo Personé: “Gli operai hanno provveduto allo sgombero degli interni ammassando fuori oggetti e mobili di recupero. I lavori sono proceduti quest’oggi (14 settembre, ndr) con la pulizia dell’area esterna”. 

Il disordine denunciato sarebbe stato quindi causato proprio dalle pulizie in corso. A confermare arriva anche “Mosaico”, la cooperativa che per ultima ha gestito l’immobile subentrando proprio a “Diritti a Sud”, che a giugno ha abbandonato l’incarico in polemica con Comune e altre istituzioni. “La sporcizia apparsa nelle foto -scrivono i soci di “Mosaico”- non è altro che il risultato delle pulizie effettuate in questi giorni. Vorremmo ricordare che nei mesi estivi la masseria ha svolto un ruolo centrale; circa 300 lavoratori sono giunti nel territorio neritino per la raccolta di angurie e pomodori trovando sollievo all’interno della struttura nelle ore più calde della giornata. Nella mattinata del 14 settembre la spazzatura accumulata è stata ripulita dalla ditta Bianco Igiene Ambientale. Al momento la Masseria Boncuri è pulita e in ordine”. 

Equivoco chiarito e polemiche finite? Nient’affatto. Va detto infatti che a oggi la Masseria è chiusa perché alcune settimane fa i ragazzi africani che vi abitavano sono stati fatti traslocare nell’attigua foresteria per lavoratori stranieri inaugurata lo scorso 23 agosto, ma si tratta di container che, come ha ribadito lo stesso sindaco Giuseppe Mellone, a fine settembre verranno smontati per essere riutilizzati nella prossima stagione estiva. Per questo “Diritti a Sud” chiede che fine faranno i ragazzi: “Più di venti persone -scrivono Vaglio e soci- rimarranno qui a Nardò per lavorare almeno fino a dicembre ma non sanno dove andranno a finire dopo il 30 settembre. È di questo che bisogna preoccuparsi”.

 

Stefano Manca