Una volta ultimati i lavori di recupero, per il sindaco di Melendugno occorre rendere efficiente la viabilità e la fruizione da parte dei turisti, sempre più attratti anche dalla bellezza della vicina Grotta Poesia
Le bellezze di Roca Vecchia emergono, gradualmente, in tutto il loro fascino grazie ai lavori inclusi nel progetto “Recupero conservativo, valorizzazione e fruizione dell’area archeologica di Roca Vecchia”, portato avanti in questi mesi dal Comune di Melendugno. Obiettivo principale quello di dare una maggiore visibilità e riconoscibilità ai posti interessati dalle ricerche archeologiche, magari anche ricorrendo all’uso delle moderne tecnologie.
Ma gli obiettivi che la municipalità di Melendugno, in cui ricade l’importante sito di Roca, intende portare avanti sono ambiziosi e interessano lo sviluppo, la gestione e la tutela a 360 gradi del polo archeologico. A partire dall’alleggerimento del traffico sulla litoranea, dove in particolar modo d’estate si formano lunghe code di macchine e parcheggi selvaggi. “Puntiamo a sfruttare la viabilità già esistente -afferma il primo cittadino di Melendugno, Marco Potì-, magari allargando le strade in alcuni punti, per evitare che le vetture passino in maniera impattante proprio davanti al polo archeologico. Rientriamo in un finanziamento di 5 milioni di euro della Regione Puglia per i progetti di valorizzazione e riqualificazione integrata dei Comuni costieri e spero che i lavori possano partire già a inizio del 2017, anche perché lo scorso anno abbiamo registrato un boom di presenze mai viste prima da maggio a ottobre per raggiungere la Grotta Poesia e fare il bagno”.
Motivo per cui l’area andrebbe tutelata, come rivela il primo cittadino, rendendo pedonale o ciclabile la zona, con la presenza di aree attrezzate. Accanto a questo occorre promuovere una gestione efficiente del sito e con questo scopo è stato richiesto al Ministero per i Beni culturali un finanziamento di 300mila euro per far rientrare Roca Vecchia tra i beni attrattori insieme, tra gli altri, a Rudiae o l’Anfiteatro di Lecce. La Poesia Grande è stata dichiarata come una delle dieci piscine naturali più belle al mondo -specifica il sindaco- e sarebbe opportuno farla diventare un bene attrattore con un programma di gestione di qualità. Valutiamo anche l’ipotesi della creazione di una Fondazione che sappia mettere insieme l’Università del Salento, la Regione, la Provincia, il Comune, il Ministero dei Beni Culturali e i privati che sono intenzionati a finanziare opere di tutela e valorizzazione del sito”.
Altra meta da raggiungere quella della creazione di uno spazio espositivo permanente: “Finora una mostra con i reperti ritrovati è visitabile nel Castello di Acaya, ma si tratta solo di una minima parte di quanto finora rinvenuto. Vediamo se ci sono opportunità sul nostro territorio -conclude Potì- per creare una sorta di museo permanente”.
Alessio Quarta