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Malati di fantacalcio

Mentre il Procuratore dello stato di New York ha vietato il fantasy football equiparandolo ad un gioco d’azzardo illegale, il nostro “gioco più bello del mondo dopo il calcio”, che consiste nel disputare tornei con squadre virtuali composte da calciatori reali, continua ad essere diffusissimo anche nel nostro Salento, dove sono tanti i fantagiocatori appassionati. E secondo Luigi Spedicato, docente dell’Università del Salento, per loro non c’è alcun rischio di ludopatia 

 

Il gioco più bello al mondo dopo il calcio? È il fantacalcio. In base a questa affermazione, lanciata dal sito www.fantacalcio.it (uno dei tantissimi dedicati al celebre gioco dedicato allo sport del calcio), tantissimi giocatori italiani e salentini andrebbero nel panico se anche nel nostro paese venisse emessa la stessa sentenza che in questi giorni sta facendo discutere negli Stati Uniti. Il Procuratore Generale dello stato di New York, Eric Schneiderman, ha infatti dichiaro illegali i fantasy, i giochi di fantasia basati sui principali sport americani e che possono essere considerati l’equivalente d’oltreoceano del nostro fantacalcio. D’altronde, il giornalista italiano Riccardo Albini, che lo inventò nel 1988, si ispirò al gioco denominato fantasy baseball.

Giochi come fantasy football, fantasy basket e, appunto, fantasy baseball, sono ora illegali nello stato di New York. Il motivo? Secondo Schneiderman, costituiscono una forma di gioco d’azzardo considerato non legale nello stato americano e conterrebbero con sé un profondo rischio di ludopatia, soprattutto legato alla possibilità di giocare on line. 

Potrebbe forse questa sentenza condizionare anche i giudici italiani? Allo stato attuale, i tantissimi fantagiocatori italiani possono dormire sonno tranquilli, e il perché è presto detto. Le tipologie di giochi colpiti dal procuratore newyorkese riguardano quelle che consentono la vincita di una somma di denaro dietro scommessa: nel modello americano, infatti, esiste la possibilità di puntare su tantissimi aspetti sportivi, anche sulle prestazioni di un singolo atleta in una singola gara e sono le statistiche a rappresentare il metro di valutazione per ogni scommessa. Nel fantacalcio italiano, invece, ogni giocatore diventa una sorta di manager, un po’ presidente e un po’ allenatore; ogni concorrente compone la propria formazione di calciatori e con questa compete nel proprio torneo e l’unico metro di giudizio è rappresentato dalla valutazione dei giornalisti sportivi. 

Come per le versioni americane, anche il fantacalcio consente vincite in denaro, ma per la sua struttura non si presta assolutamente al gioco d’azzardo, né alla ludopatia; è infatti lo stesso regolamento che non prevede la possibilità di scommettere, mentre molti gestori che offrono premi in denaro ai vincitori chiedono semmai solo una somma di denaro iniziale come quota di iscrizione. 

Il fantacalcio rappresenta un gioco divertente, che spesso può anche rappresentare un momento di scambio e socialità tra amici e parenti, e anche per questo costituisce un fenomeno socio-culturale che riflette la società moderna.

 

Fantasquadre, fantamilioni e un campionato da vincere

 

Squadre virtuali composte da giocatori reali: questa è la base del fantacalcio, gioco italiano che ha fotto poi proseliti in tutto il mondo. Il primo passo per giocare è creare la propria rosa di giocatori: i giocatori che parteciperanno al torneo (denominato “Lega”), di solito in numero pari, si ritrovano per spartirsi tutti i calciatori del campionato di riferimento, solitamente dopo un’asta in cui si spendono i cosiddetti “fantamilioni”, denaro virtuale di cui ogni concorrente dispone in ugual misura. Per ogni calciatore, la base di partenza dell’asta può essere libera o partire dalla quotazione stabilita da siti specializzati o quotidiani sportivi proprio per il fantacalcio. 

Ogni rosa deve essere composta da 3 portieri, 8 difensori, 8 centrocampisti e 6 attaccanti. Prima dell’inizio della prima partita di ogni turno del campionato di calcio, ogni concorrente presenta la sua squadra con 11 giocatori titolari (schierandoli seguendo gli schemi di gioco comunemente conosciuti) e 7 riserve. 

Le “fantasquadre” si sfidano così una contro l’altra secondo un calendario stabilito e che segue quello del campionato di riferimento. L’esito di ogni partita è determinato dalla somma dei voti assegnati ai singoli giocatori titolari dai quotidiani sportivi -soprattutto “La Gazzetta dello Sport”- e che risentono di una serie di bonus e malus (ad esempio, +3 per ogni gol, +1 per ogni assist, -1 per ogni gol subito dal portiere, -0,5 per le ammonizioni, -1 per le espulsioni, e altri ancora). A seconda del punteggio ottenuto, poi, ad ogni giocatore viene assegnato un certo numero di gol, che stabilirà il risultato finale della singola gara: il primo gol scatta al raggiungimento dei 66 punti, mentre i successivi vengono “realizzati” ogni 6 punti in più (72, 78, 84, ecc.). 

Nel caso alcuni dei giocatori titolari non dovessero ricevere voto, subentrano i giocatori utilizzati come riserve (solitamente quelli che ricoprono lo stesso ruolo in campo). Infine, in caso di ulteriori assenze, il concorrente giocherà in inferiorità numerica. In realtà, queste sono le regole maggiormente conosciute e utilizzate, perché il regolamento del Fantacalcio subisce delle variazioni a seconda del gestore internet che lo offre, ma anche in base alle scelte che di quei gruppi di giocatori che organizzano e gestiscono da soli il proprio campionato, rafforzando così ancora di più le componenti ludiche e sociali insite in questo gioco.

 

Alessandro Chizzini