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Maglie-Otranto, cresce la protesta degli operai del gruppo Palumbo

Le varianti al progetto iniziale hanno determinato un ribasso dell’appalto, con il rischio del ricorso agli ammortizzatori sociali per i lavoratori impegnati nel cantiere 

 

La Maglie-Otranto ha assunto ormai nel tempo le sinistre sembianze di una riproduzione salentina della famigerata Salerno-Reggio Calabria. La nuova puntata di una telenovela che va avanti ormai dal 2009, vede questa volta come protagonisti gli operai del gruppo Palumbo, impiegati sul cantiere della strada in costruzione, che hanno chiesto un incontro presso la sede dell’Anas dopo che alcune variazioni sul progetto iniziale hanno modificato verso il basso la cifra d’appalto pattuita, con relativi rischi di introduzione di ammortizzatori sociali per alcuni dei lavoratori. Questo è solo l’ultima, in ordine di tempo, di una serie di problematiche che hanno costellato la pur giovane vita di questo progetto, tra intoppi burocratici, mancanza di pareri e presunti vincoli paesaggistici. 

Quando ancora la SS 16 aveva il suo vecchio aspetto, alcuni comitati come Cittadinanza Attiva Maglie espressero pubblicamente il proprio dissenso verso un’opera ritenuta “uno scempio scriteriato della terra madre, un folle progetto di una superstrada inutile”. Nell’estate del 2012, la madre di tutti gli ostacoli alla cantierizzazione: quei circa 8mila ulivi sparsi dall’imbocco di Maglie in poi e per la cui preservazione nacquero vere e proprie sollevazioni popolari, che tuttavia diedero i loro frutti e consentirono il reimpianto degli alberi un po’ in tutto il Salento. In quell’occasione, gli operai del gruppo Palumbo scesero nuovamente in piazza per protestare contro il mancato inizio ai lavori che minava fortemente la propria situazione occupazionale, fino alla conclusione della vicenda con il via libera ufficiale alla costruzione dell’infrastruttura nel settembre dello stesso anno. 

Nel marzo di quest’anno è stata la volta della protesta degli agricoltori, in rivolta contro l’eliminazione dal progetto originario del sottopasso “Limini”, utile proprio per il passaggio degli ingombranti mezzi agricoli e soppresso dalla Regione. 

 

Ugo Tramacere