L’assessore al Bilancio punta il dito sulle responsabilità delle passate amministrazioni e rilancia l’importanza dell’iniziativa
Il predecessore di Gabellone, Giovanni Pellegrino, accusa l’attuale Giunta di non avere in mente alcun modello “prova ne sia la politica che sta adottando sulla questione SS. 275 -dichiara Pellegrino- gettando tutto il lavoro fatto dall’amministrazione Ria e poi dalla mia, che abbiamo dato alla Puglia il suo primo PTCP”. L’attuale presidente rimprovera invece allo stesso Pellegrino di aver lasciato solo debiti e non sembra nemmeno troppo fiducioso sulla liquidità che potrà arrivare dalle alienazioni e valorizzazioni.
Tra i due litiganti, però, il ruolo di braccio armato (di cesoia) tocca all’assessore al Bilancio. Silvano Macculi (nella foto) non ha dubbi: “Dal 1946 al 1995, le amministrazioni provinciali hanno lasciato i conti in ordine e solo il centrosinistra è riuscito ad indebitare l’ente di 180 milioni in mutui ventennali contratti fino al 2009, e la maglia nera va proprio al governo Ria. Di fronte al bivio tra dichiarare il dissesto o tentare il risanamento, abbiamo scelto la seconda via -spiega ancora Macculi-. Oltre ai tagli abbiamo eliminato società partecipate che servivano solo a garantire poltrone e postazioni politiche, riducendo fiumi di perdite”. L’elenco di Macculi è quello noto: “Un milione e mezzo solo dalla Salento Energia, decapitata mesi fa, insieme al Consorzio per l’Energia e ai suoi ulteriori 100mila euro di perdite l’anno. Poi è toccato all’Istituto di Culture Mediterranee, accorpato alla Ico Tito Schipa. Per arrivare al problema della Stp. La società di trasporti ha infatti perso il suo Cda ed il presidente Umberto Uccella, al cui posto arriverà a breve un amministratore unico. Le perdite ammontavano a 870mila euro -spiega l’assessore al Bilancio che nella ricetta ‘stringi-cinghia’ ci mette pure la cancellazione di quel 30% in più sui compensi degli amministratori, deciso dalla passata amministrazione, nonché la decisione di nominare un direttore generale interno (Gianni Refolo) risparmiando ulteriori 100mila euro-. Per questo le vendite previste -conclude Macculi- riguardano solo 10 milioni di euro e non saremo costretti a mettere all’asta tutti i gioielli di famiglia, come sembrava inevitabile”.
(A. Lupo)