Il Consiglio comunale boccia l’ordine del giorno dell’opposizione in cui si chiedeva la revoca delle assunzioni di De Matteis e Marasco. E Pietro Scrimieri, direttore della società partecipata del Comune di Lecce, rivendica i buoni risultati ottenuti
L’accusa è quella di avere aggirato l’evidenza pubblica per effettuare altre assunzioni clientelari. Nell’ultima seduta di Consiglio, Palazzo Carafa ha finalmente affrontato il nodo della Lupiae Servizi rimandato da mesi, ma lo ha fatto in assenza del primo cittadino, bloccato a casa dall’influenza. Rispondere al fuoco di fila delle domande dell’opposizione sulle assunzioni dei due dirigenti, Rolando Marasco e Claudio De Matteis, arrivati alla stabilizzazione dopo un lungo contenzioso con la Lupiae per cui hanno svolto per anni il ruolo di consulenti, è dunque toccato ai rappresentanti della società. In aula erano infatti presenti il presidente Giuseppe Tamborrino, il direttore generale Pietro Scrimieri e i componenti del Consiglio d’amministrazione. Vista l’assenza del sindaco, il capo dell’opposizione cittadina, Antonio Rotundo, aveva proposto che il Consiglio si pronunciasse in altra data. “Conosciamo le motivazioni della Lupiae, vogliamo che il governo cittadino esprima una valutazione politica sulle scelte della sua partecipata che dribbla sistematicamente l’evidenza pubblica nelle assunzioni”.
Invece la discussione c’è stata e a rincarare la dose di Rotundo ci ha pensato Antonio Torricelli, ricordando la vicenda dei 25 giovani precari comunali che furono mandati a casa nonostante avessero accumulato una collaborazione continuativa di 7 anni. L’assunzione dei dirigenti viene vissuta dall’opposizione come uno schiaffo alla cittadinanza. “Anche perché -ricorda ancora Torricelli- è stato solo il contratto di solidarietà dei lavoratori a permettere alla Lupiae di risanare il proprio bilancio”. E se Paolo Foresio aveva sintetizzato la convinzione dei leccesi nella frase “Alla Lupiae si entra solo per conoscenza, cognome o tessera politica”, Angela Maria Spagnolo punta invece il dito sulla vicenda del canile Lovely come esempio di cattiva gestione da parte della Lupiae Servizi. Sempre dal Pd Carlo Benincasa ricorda invece come le assunzioni abbiano violato due diversi indirizzi approvati in passato dal Consiglio.
Nel pieno della crisi economica della Lupiae, mentre Palazzo Carafa attingeva dal proprio bilancio cifre da capogiro per risanarne le perdite, una mozione dei consiglieri ex An Vittorio Solero e Roberto Martella, e poi un ordine del giorno proposto da La Città stabilivano che solo l’assise avrebbe potuto decidere nuove assunzioni per la partecipata. Tuttavia, proprio da La Città Umberto Mele rivendica l’impegno dell’Amministrazione comunale per la rinascita della Lupiae, con tutto ciò che significa in termini occupazionali. Sempre dalla maggioranza Damiano D’Autilia parla di “scelte analoghe a quelle delle società gestite dal centrosinistra”, difendendo la transazione con i due dirigenti, avvenuta “a costo zero”.
L’opposizione ha incalzato ancora con Io Sud. Francesca Mariano ha chiesto che fine abbia fatto la nomina di un amministratore unico (“idea che Perrone propagandava in campagna elettorale”). Angelo Tondo ha chiesto alla Lupiae di conoscere la quantità e qualità del contenzioso in atto. Il presidente della società, Giuseppe Tamborrino, ha calcolato circa 300 cause di lavoro, 220 delle quali risolte in maniera transattiva, “evitando che sanzioni e contributi arretrati erodessero il bilancio, oggi in ordine”. Ma la Lupiae rivendica anche il suo ruolo nei confronti dell’ente. “Attraverso la diminuzione delle perdite, la rimodulazione delle convenzioni e i servizi rimborsati dai ministeri, nell’ultimo triennio abbiamo fatto risparmiare al Comune ben 6 milioni di euro -spiega il direttore Pietro Scrimieri- mi sembra un buon risultato”.
Al termine di una seduta di Consiglio quasi interamente dedicata, l’assemblea ha bocciato con 15 voti contrari e 10 a favore l’ordine del giorno dell’opposizione in cui si chiedeva la revoca delle assunzioni di Claudio De Matteis e Rolando Marasco, avvenute a inizio 2011 per risolvere il contenzioso tra la Lupiae e i due professionisti, nonché la riduzione del Cda a un amministratore unico. L’assise ha inoltre giudicato inammissibile la proposta di Wojtek Pankiewicz che chiedeva l’istituzione di un codice etico nella gestione delle partecipate.
Alessandra Lupo