I tagli delle risorse umane ed economiche fatti alla scuola non possono non incidere sulla qualità della formazione. I riflessi si fanno sentire anche in maniera pesante, ma l’Università pubblica resiste. La cosiddetta “riforma della scuola e della formazione” o, meglio, quell’insieme di decreti che i ministri Tremonti e Gelmini hanno pensato per razionalizzare le spese della Pubblica Istruzione, non sembra infatti far arretrare o demotivare chi sceglie di studiare da futuro docente.
Il preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università del Salento, Giovanni Invitto, spiega che quest’anno i preiscritti sono circa 1.300, a cui bisogna sottrarre 475 allievi di Psicologia, perché il numero programmato ne prevede soli 100, e un’altra cinquantina di Pedagogia dell’Infanzia perché il numero previsto è 400. va detto che il numero programmato, soprattutto per la scuola primaria, viene fissato sulla base del fabbisogno regionale. “Quindi -afferma Invitto- noi avremo oltre 700 nuovi iscritti. Bisogna, però, tener presente che abbiamo fatto anche un’altra importante innovazione: avremo da quest’anno due Corsi ‘interclasse’ che sono la laurea triennale in Scienze della formazione e saperi filosofici e quella magistrale in Filosofia e Scienze dell’Educazione”. Corso interclasse significa che chi si iscrive, a metà percorso, può scegliere se laurearsi in filosofia o in pedagogia. Nel complesso, se si pensa che, rispetto all’anno precedente si avranno, per una scelta che vuole garantire la qualità dell’offerta formativa, 200 studenti in meno a Psicologia, la richiesta di giovani che hanno optato per Scienze della Formazione è ritenuta, dal suo preside, oggettivamente considerevole. Tra l’altro è la testimonianza, afferma Invitto, che l’Università pubblica non ha perduto, nel Salento e nell’Italia, il prestigio e l’attenzione che ha avuto per svariati decenni.
Per ciò che riguarda la formazione post-laurea e i canali abilitanti, al posto della vecchia Siss (un biennio in cui di fatto si approfondivano tematiche disciplinari oggetto della futura attività docente) la Gelmini ha previsto un anno di tirocinio guidato nelle scuole. Tuttavia il numero programmato, deciso dal governo, sulla base del fabbisogno regionale parla chiaro. Basti pensare che, a fronte di 3.800 insegnanti pugliesi della scuola primaria che andranno in pensione nel triennio 2009-2011, erano stati previsti dal Ministero solo 6 nuovi ingressi. Dopo varie proteste questo numero è stato portato a 180 (80 dei quali destinati all’Università del Salento e 100 a quella di Bari). La selezione, che avverrà a Bari il prossimo 10 settembre dunque sarà di certo molto agguerrita e, purtroppo, tantissime attese rimarranno deluse. Ma non sarà colpa delle Università.
Alessandra Lupo