Sono tanti i salentini che hanno scelto di trasferirsi nella capitale del Regno Unito in cerca di migliori opportunità lavorative, attratti da un sistema fiscale e una burocrazia meno soffocanti rispetto alle nostre. Tra tutti abbiamo raccolto alcune testimonianze di chi opera nella ristorazione, un settore che ai nostri connazionali offre tante possibilità grazie all’alto gradimento dei nostri prodotti tipici da parte degli inglesi e dei turisti stranieri
La valigia è pronta, in essa si può trovare il nostro caffè Quarta o la pasta tipica, ma sono i sogni e le speranze ad occupare lo spazio maggiore. Nel cuore tante paure, tanti perché, tanti chissà e poi dall’Aeroporto di Brindisi si vola via verso Londra: il centro metropolitano più grande d’Europa, con più di 8 milioni di residenti e tanti altri milioni di persone, di giovani, di cervelli alla ricerca del proprio futuro. Pensate che a Londra si parlano più di 350 lingue e le persone che la percorrono giornalmente non si calcolano.
Spesso si parte con una forte delusione nei confronti dell’Italia, della Puglia e del Salento, ed i motivi, ahimè noti, sono la mancanza di prospettive, la farraginosa burocrazia e le esigue politiche per il lavoro. Le radici però non si sradicano. Salentini lo si è per tutta la vita: l’orgoglio per il mare non svanisce di certo dinanzi al Tamigi, i profumi dei piatti non lasceranno mai il posto al fish and chips, ma è ovvio che qui a Londra le opportunità fioccano, di lavoro ce n’è tanto e lo stipendio non è una chimera.
Naturalmente le difficoltà sono tante, bisogna destreggiarsi con la lingua anche se in una città così cosmopolita c’è spazio un po’ per tutti. Quando si atterra a Londra sembra di essere in un gigantesco formicaio, dove la gente corre, dove le metropolitane sono tante e rapide e dove non si riescono a contare le attività commerciali. I ristoranti, pub e le catene di negozi di abbigliamento vi accompagneranno per tutti i quartieri e qui vi è sempre esigenza di nuovo personale.
Certo, si deve fare i conti con una città molto costosa, dove oltretutto la sterlina ha un valore superiore all’euro. I trasporti, purché efficienti, sono veramente cari, per non parlare degli affitti delle case. Occorre darsi un po’ da fare: scrivere un curriculum essenziale ed immediato e provare ad entrare nei tanti bar, pub e negozi di abbigliamento. Le parole da dire sono poche, ad esempio: “I’m looking for a job” (ossia “Sto cercando un lavoro”) e difficilmente si verrà respinti, anzi, i curriculum sono ben accetti.
Nell’arco di pochi giorni si potranno ricevere le prime richieste di colloquio. Chi ha difficoltà linguistiche dovrà accontentarsi di lavare i piatti in un ristorante o lavorare nel magazzino di un negozio, ma più si perfeziona la lingua tanto più si può ambire a lavori più soddisfacenti e remunerativi. Gli italiani a Londra ricoprono posti di rilievo, da banchieri e avvocati si possono incontrare importanti imprenditori e rinomati curatori museali. I salentini, in particolare, si fanno notare per le loro abilità culinarie. Ne abbiamo incontrati alcuni di loro che hanno scelto di vivere e lavorare a Londra e queste sono le loro testimonianze.
Gian Piero Personè – foto di Arthur Pauli