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Libertà  economica: Lecce coda d’Italia

Un recente studio pubblicato dal “Corriere della Sera” pone la provincia di Lecce al 100esimo posto nella classifica italiana della libertà economica, mentre un’altra analisi de “Il Sole 24 Ore” la colloca tra le città con il migliore tenore di vita. In merito ai risultati di queste ricerche Belpaese ha registrato i commenti di Confindustria e Confartigianato di Lecce

 

Negli scorsi giorni il “Corriere della Sera” ha pubblicato i risultati di un’analisi riguardanti la libertà economica delle regioni e province italiane. La ricerca è stata effettuata dal Centro Studi Sintesi applicando i criteri utilizzati dalle Heritage Foundation per la stessa analisi compiuta su 170 paesi. Gli indici di libertà economica riscontrati sono il risultato di 37 indicatori raggruppati nelle macroaree tematiche di economia, lavoro, contesto sociale, finanza, fisco e finanza pubblica. I risultati sono stati molto sorprendenti, premiando le piccole città con Siena davanti a tutte (indice di libertà economica 100), seguita da Trento (98,1) e Bolzano (96,1). La provincia di Lecce si colloca però solo al 100esimo posto con un indice di 10,2 precedendo solo Palermo, Crotone e Napoli. Paradossalmente, Lecce compare tra le città italiane con la migliore qualità della vita secondo un’analisi de “Il Sole 24Ore”.
In merito a questi dati Belpaese ha intervistato Vito Ruggieri Fazzi, presidente del Comitato della Piccola Industria di Confindustria di Lecce: “Il blocco che ha investito i settori dell’analisi interessa in realtà tutto il contesto nazionale e internazionale, ma a mio parere Lecce fornisce alcuni segnali di dinamicità riguardo i rapporti tra impresa e università, e con la Regione, che ha concesso molti incentivi. La crisi, però, esiste e abbiamo cominciato ad affrontarla con un incontro insieme a Banca Intesa-San Paolo per capire quali possano essere gli strumenti migliori per supportare in questa crisi le nostre piccole e medie imprese. Da questo e altri incontri è emersa la necessità di fare squadra, di fare sistema. La provincia di Lecce risente della crisi soprattutto nella logistica dei trasporti; la nostra infatti è una zona che in merito a questo settore penalizza la provincia rispetto a Europa e Mediterraneo. Sono però fiducioso del fatto che i nostri più validi imprenditori lottino rispetto al credito e ai nuovi piani industriali. In questi ultimi anni l’intera regione ha cominciato a dare le prime risposte positive riuscendo a coniugare tradizione, storia e vocazione produttive con l’innovazione tecnologica, sul prodotto e sul processo. Bisogna premiare quelle aziende che attuano questa strategia ed evitare anche la fuga dei cervelli. Le banche devono invece credere nello storico dell’imprenditore e non nel rating dell’ultimo anno, perché sarebbe un bilancio ‘falso’, cioè legato alla crisi e non veritiero delle capacità imprenditoriali. Il fatto che poi Lecce sia tra le città con un migliore tenore di vita non può che essere una speranza per una prossima uscita da questa crisi”.
Trasporti e infrastrutture invece nelle parole del presidente provinciale di Confartigianato, Corrado Brigante: “Le piccole e medie imprese, che costituiscono il nostro tessuto economico, risentono senz’altro della crisi ma non è mai stata avvertita in pieno. Questo perché il nostro territorio è abituato da sempre a combattere e convivere con crisi e difficoltà economiche. Mentre poi la grossa impresa del Nord lavora con l’estero, con le grosse commesse e sul circuito internazionale, le nostre microimprese operano principalmente nei servizi, nell’edilizia privata e nell’artigianato artistico, il quale ha un ottimo mercato. Per uscire dalla crisi occorre pensare di dare a questo lembo di terra qualche infrastruttura in più; senza di queste, le piccole e medie imprese che vogliono avere la possibilità di investire non saranno in grado di approvvigionarsi delle materie prime o di esportare i propri prodotti, almeno in tempi brevi come succede nel circuito del Nord. D’altronde, il nostro servizio di trasporti si effettua su gomma e il suo costo è molto elevato, mentre le ferrovie non hanno uno scalo merci. Col nostro lavoro abbiamo sopperito a queste difficoltà, ma il nostro è un ritardo storico. Il fatto che Lecce abbia invece un alto tenore di vita è un segno delle nostre qualità: natura, ambiente, ma soprattutto rivalutazione della dieta mediterranea e dei prodotti locali che incontrano un crescente favore in tutti i mercati nazionali. Gran merito, bisogna dirlo, è da attribuire alla nostra politica che ha creduto e investito in questo nostro importante settore economico”.

 

Alessandro Chizzini