Confesercenti Lecce si accoda alla campagna nazionale che punta all’abrogazione del decreto “Salva Italia”, per riassegnare alle Regioni la competenza decisionale sulle aperture festive degli esercizi commerciali. Al suo fianco, i sindacati e la Diocesi leccese
“Aperto sempre di domenica…ma anche no”. Con questo slogan, Confesercenti Lecce si oppone alla liberalizzazione delle aperture degli esercizi commerciali, messa in vigore dal decreto “Salva Italia” del 2011; il provvedimento ha infatti tolto alle Regioni il potere decisionale in merito alle aperture festive degli esercizi commerciali. Di questo si è discusso lo scorso lunedì 18 febbraio in un incontro tenutosi presso la sede della Confesercenti Lecce e che ha presentato la campagna “Libera la domenica”, un’iniziativa nazionale che punta all’abrogazione del decreto del 2011 e alla conseguente restituzione alle Regioni la competenza di decidere in materia.
Per raggiungere l’obiettivo, è necessario raccogliere 50mila sottoscrizioni per inviare in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare e la sola provincia di Lecce ne deve presentare almeno 5mila. A sostegno dell’associazione di categoria presieduta da Salvatore Santese si sono posti i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, presenti all’incontro con i rispettivi portavoce (Mirko Moscaggiuri, Carmela Tarantini e Ilaria Serino). Nell’occasione, i relatori hanno sfatato alcuni miti riguardo la liberalizzazione, cioè i benefici in merito all’occupazione e all’aumento dei consumi. In realtà, soltanto la grande distribuzione avrebbe giovato dei vantaggi provenienti dalla liberalizzazione degli orari, ma il 65% dell’occupazione italiana è rappresentato dalle piccole e medie imprese. Inoltre, crisi, pressione fiscale e ricambio generazionale fanno prevedere la chiusura di 1.109 esercizi commerciali nei prossimi cinque anni, con 2.773 nuovi disoccupati; segni evidenti di una controtendenza rispetto a ciò che si auspica con l’attuazione del “Salva Italia”.
I partecipanti all’incontro hanno voluto evidenziare come sia altamente improbabile ottenere un aumento dei consumi da parte di famiglie e cittadini se la capacità di spesa continui a rimanere invariata. Insomma, una liberalizzazione che incrementerebbe i costi delle aziende e ne diminuirebbe nel contempo le vendite.
Altro aspetto preso in considerazione, poi, è lo sforzo a cui verrebbero sottoposti i dipendenti, costretti a dover fare i conti con stancanti turnazioni senza la tutela garantita da un contratto nazionale. Infine, si è voluto porre l’accento sulla necessità di garantire il diritto al riposo e sul concetto stesso di giorno di festa; su ciò si è soffermato il direttore di Confesercenti Lecce Antonio Schipa, che ha definito “selvaggia” questo tipo di liberalizzazione, nonché la Chiesa che si è espressa attraverso don Nicola Macculi della Diocesi di Lecce e soprattutto con monsignor Domenico D’Ambrosio, arcivescovo di Lecce.
Alessandro Chizzini