Suddiviso in sei sezioni, il nuovo Piano Urbanistico Generale si concentra, tra l’altro, su viabilità, ambiente, arredo urbano, centro storico, agricoltura e marine
Presentato ieri sera, in un Teatro Apollo gremito, il nuovo Piano Urbanistico Generale della Città di Lecce. Presenti il sindaco Carlo Salvemini, gli assessori regionali Alessandro Delli Noci e Annagrazia Maraschio, la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone e il consigliere regionale delegato all’Urbanistica Stefano Lacatena.
“Sarà un piano che risarcisce la città del tempo perduto dal 1989 ad oggi -ha dichiarato l’assessora alla Pianificazione Urbanistica Rita Miglietta- un Pug che accoglie i cambiamenti, rompe la rigida classificazione del territorio comunale in zone monofunzionali e apre alla multifunzionalità, non sarà più una scalata aprire un asilo nido, una attività o pianificare un investimento”.
Sono sei gli ambiti strategici sui quali il Piano si sviluppa, illustrati con l’ausilio di immagini, cifre e tavole. Il primo, “la Città capoluogo”, affronta il tema del flusso quotidiano di 108mila persone dalla provincia e da altre città, che giungono a Lecce per fruire dei suoi servizi, per lavorare, per andare a scuola, per affari. Su questo tema il Pug prevede una espansione della Zona industriale lungo il margine Sud, tra la linea ferroviaria, lo scalo merci di Surbo e la tangenziale, l’ampliamento delle aree del Campus Ecotekne e dell’Ospedale Vito Fazzi e individua l’ambito dello Stadio per insediare un’area fieristica. Per le nuove realizzazioni di funzioni sovralocali, le parole chiave sono efficienza energetica e multifunzionalità. Le nuove funzioni produttive miste sono previste in zone a ridosso della tangenziale e lungo le principali direttrici di ingresso e uscita dalla città.
Nelle aree tra i quartieri e la campagna, l’ambito della “Città verde”, il Pug individua un sistema di tredici parchi agroforestali nei quali ci saranno interventi di forestazione e sarà possibile realizzare edifici di pubblico interesse a vocazione sociale, culturale, sportiva o educativa, improntati alla valorizzazione agri-ecologica e paesaggistica, incentivi volumetrici a sostegno dell’attività agricola e l’esclusione di parchi fotovoltaici a terra ed eolici. Aree dunque destinate alla natura, allo sport libero, al running e al ciclismo su strada, all’agricoltura, alle attività che valorizzano il paesaggio e possono ricucire il rapporto tra i cittadini leccesi e la loro campagna.
Per l’ambito “I quartieri di Lecce”, il Pug prevede il rafforzamento della rete di strade, percorsi, piazze, parchi di quartiere, attrezzature, scuole o centri sociali, luoghi dello sport, investendo sulla “città pubblica”. Riguardo agli insediamenti che sono nati negli anni ai margini dei quartieri e dei borghi, il Pug prevede un progetto di inclusione nel sistema urbano. I grandi comparti inattuati (il 55 per cento delle previsioni di espansione del vecchio PRG non si è realizzato) diventeranno “ambiti di trasformazione” nei quali la crescita della città è guidata dalla disponibilità di servizi e infrastrutture pubbliche.
Nel “Grande centro”, il Pug si concentra sul valore storico e culturale delle costruzioni, protegge la residenzialità prevendendo per ogni nuova struttura ricettiva una compensazione in alloggi con affitti per residenti e studenti, elimina i piani particolareggiati che sono rimasti inattuati e favorisce i progetti di recupero e rigenerazione che salvaguardano il valore storico degli immobili, propone l’apertura di nuovi spazi collettivi, come i giardini della Biblioteca Bernardini, dell’Accademia o dell’Istituto De Amicis, d’intesa con gli enti proprietari.
Riguardo alla “Campagna di Lecce”, una superfice che copre circa 160 chilometri quadrati di estensione, il Piano favorisce la fruizione lenta delle direttrici che conducono alle marine, sostiene con incentivi i produttori agricoli e l’eliminazione di edifici che deturpano il paesaggio, spinge verso la rigenerazione e il recupero delle masserie per funzioni ricettive, ammette gli impianti rinnovabili solo in ambiti dismessi come cave non riqualificate e l’agrivoltaico solo se effettivamente integrato alla produzione agricola.
Infine, le marine, cioè il più grande capitale naturalistico della città” come lo ha definito Miglietta. In gran parte situato in aree ad alta pericolosità idraulica ed esposto agli effetti dell’innalzamento del livello del mare nei prossimi decenni, il Pug prevede la creazione del Parco costiero delle marine di Lecce, di due punti di approdo e ormeggio a San Cataldo e Frigole, di aree per l’offerta ricettiva ecologica, di percorsi e parcheggi, di spazi a verde attrezzato per fruire il mare e il suo paesaggio non solo d’estate. Il Piano prevede anche la messa in sicurezza delle aree più fragili, naturalizzando, ricostruendo le dune, dando più spazio agli arenili e incentiva gli investimenti necessari per rigenerare il paesaggio offeso dall’abusivismo edilizio.
In chiusura, l’intervento del sindaco Carlo Salvemini: “Essere riusciti a predisporre il Pug in un mandato elettorale scandito dall’emergenza pandemica con 250 dipendenti in meno, in una condizione di squilibrio economico finanziario, è qualcosa che non era scontato e se ci siamo riusciti è perché lo abbiamo voluto. Ieri sera è stata una festa e le feste solitamente si concludono con una bella sorpresa. Per noi è stato il parere positivo dell’Autorità di bacino che è arrivato venerdì alle ore 12. Un parere senza prescrizioni. Significa che dalla settimana prossima, acquisito il parere di rischio sismico da parte della Regione Puglia, il Comune avrà la delibera pronta per l’adozione del nuovo Pug dopo 41 anni”.
L’ultimo pensiero è rivolto alle future amministrazioni delle città: “Siamo alla fine della consiliatura. Per norma il termine di convocazione dei comizi scandisce la agibilità del Consiglio comunale solo per atti improrogabili e urgenti. Per noi questo termine è il 21 aprile. Noi abbiamo detto che questo sarà il Piano urbanistico di tutti e siccome credo che si debba essere coerenti alle parole che si esprimono, non intendo approvare il nuovo patto di cittadinanza con una cavalcata muscolare. Questo significa che il Pug sarà adottato per chi lo vorrà, e noi lo vogliamo, nella nuova amministrazione dopo le elezioni. Chi sarà scelto dai leccesi per governare la città avrà la responsabilità di approvare il Pug, dando alla città un orizzonte di futuro. E siccome l’orizzonte è di chi lo raggiunge e non di chi vi rinuncia, noi vogliamo andarci, insieme alla città”.