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Lecce, è ora di voltare pagina

La sconfitta in casa contro il Catania ha fatto scivolare i giallorossi nel baratro. Per Di Francesco c’è la “fiducia a tempo” e sabato appuntamento al “San Paolo” contro il Napoli 
 
È sul campo che il Lecce fa rabbrividire i suoi tifosi, dopo l’ultimo scivolone casalingo contro il Catania. Sono infatti i numeri dei giallorossi sul rettangolo verde a segnalare la difficile situazione della squadra di Eusebio Di Francesco. A parte la vittoria del “Dall’Ara” di Bologna, sino ad ora non ha mai convinto. E sui bilanci della squadra pesano dei tabù divenuti dei fardelli pesanti e che fanno scivolare nel pessimismo. In 12 gare di campionato non è arrivato alcun gol degli attaccanti. Il reparto avanzato è rimasto a secco, senza poter contare su David Di Michele fermatosi per un infortunio. Ma Corvia ed Ofere non incidono. Solo il talento di Muriel tiene in piedi le speranze della prima linea, che in queste partite è apparsa isolata e poco servita da palloni utili. 
È anche e soprattutto l’assenza di una trama di gioco a rendere poco pericolosa la squadra giallorossa. In campo manca un regista capace di far girare la “giostra”. Strasser ed Obodo non sono dei “play”. Poi gli infortuni di Giacomazzi e Olivera hanno lasciato il segno con una linea mediana che non riesce a dimostrarsi propositiva. Il baby Bertolacci prova come può a pungere, sino a regalarsi il bel gol, purtroppo inutile, all’Olimpico contro la Roma.
C’è poi un dato allarmante ed emblematico che rappresenta la crisi del Lecce, ed è il pessimo ruolino di marcia casalingo. Al “Via del Mare” i salentini non sono riusciti mai a vincere. Su sei partita hanno registrato cinque sconfitte ed un solo pareggio. Ed è un primato negativo in serie A, visto che solo la squadra di Di Francesco non è riuscita a vincere ancora in casa. Ed i tre punti in gare interne avrebbero annullato l’ultimo posto occupato a -1 dal Cesena (battuta in casa propria), -2 dal Novara (pareggio al “Via del Mare”) e -3 dal Bologna (sconfitto al “Dall’Ara”).
Ed ora è proprio il tecnico pescarese ad essere finito nel mirino della contestazione. Non è riuscito a dare un’identità di gioco alla propria squadra. Non ha convinto nelle scelte (come nel decidere sul portiere titolare tra Benassi e Julio Sergio), oltre a far storcere il naso per i cambi durante la gara in corso. Così per lui si va verso una fiducia a tempo, nonostante abbia l’alibi di non poter contare in questo momento del campionato su elementi preziosi e di esperienza come gli infortunati Carrozzieri, Giacomazzi, Olivera e Di Michele.
Così sabato (alle 20.45) a Napoli ci dovrà essere una svolta, almeno sul piano del gioco. Ma si annuncia come un’impresa difficile se non impossibile per Oddo, Obodo e compagni. Si tratta di una sfida davvero tosta, in uno stadio San Paolo teatro del 3-3 con la Juve di martedì scorso. Si giocherà sabato contro un avversario del “palcoscenico” Champions League, che vuol fare bottino pieno. Eppure è successo ai partenopei di scivolare  contro le cosiddette piccole (ko in casa contro il Parma). Per i salentini sarà un fine d’anno da tour de force con tre gare esterne (Napoli, Parma ed Inter) ed una sola casalinga (contro la Lazio). C’è bisogno di voltare subito pagina.
 
Pasquale Marzotta