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Le “Vele” di Legambiente arrivano a Santa Cesarea

L’associazione ambientalista ha inserito anche la città delle terme nella speciale classifica che verrà ufficializzata il 14 giugno 
 
Negli ultimi giorni il nostro territorio è stato protagonista di un piacevole antipasto estivo; le alte temperature e il cielo sereno hanno convinto i salentini a spostarsi in massa verso quelle località che cominceranno a ricevere con continuità intensi flussi di visitatori solo fra circa un mese. Tra di esse compare ovviamente anche Santa Cesarea Terme che la scorsa settimana si è proiettata verso la prossima stagione estiva grazie all’ingresso nella speciale classifica delle “Vele” stilata da Legambiente. Si tratta della graduatoria che l’associazione ambientalista italiana stila ogni anno per premiare i comuni che più e meglio di altri hanno lavorato sotto l’aspetto ambientale. 
La notizia dell’inserimento in questa classifica di Santa Cesarea Terme non poteva non trovare l’entusiasmo del sindaco Daniele Cretì (nella foto), che ringrazia cittadini e istituzioni per l’impegno profuso nel settore: “Entriamo per la prima volta in questa speciale classifica che Legambiente redige ogni anno per segnalare le località che più si distinguono per il rispetto dell’ambiente e la qualità della vita. Viene dato il giusto riconoscimento al lavoro svolto da istituzioni, associazioni, operatori di settore e singoli cittadini; lavoro finalizzato ad innalzare il livello degli standard qualitativi in campo ambientale e nei servizi turistici”. 
Come spiegato prima da Cretì, Santa Cesarea debutta in questa speciale graduatoria (come anche Fasano) e il numero totale dei comuni pugliesi ad essere entrati nelle positive attenzioni di Legambiente sale così a 38. La cosiddetta “Guida blu” dell’associazione italiana attribuisce un numero variabile di “vele” da 1 a 5, avendo come parametri la qualità dei servizi ricettivi e dell’ambiente, in particolare il sistema di trattamento dei liquami, fondamentale per evitare pericolose contaminazioni del suolo e delle acque. 
Occorre aspettare il 14 giugno per conoscere il numero di vele assegnato a tutti i comuni in classifica, ma il sindaco Cretì elogia il lavoro compiuto dalla sua amministrazione: “Grazie ad un’attenta politica ambientale messa in atto in questi anni, abbiamo saputo innalzare il livello qualitativo delle acque di balneazione, incrementare in modo considerevole la raccolta differenziata, offrire ai turisti strutture ricettive di qualità con un’eccellente offerta enogastronomica. Naturalmente questo -conclude Cretì- si tratta di un punto di partenza che ci sprona a fare meglio per il futuro”. 
 
Intanto il Comitato per la Tutela di Porto Miggiano attende di conoscere il numero delle “Vele”
 
L’inserimento di Santa Cesarea Terme nella classifica delle “Vele” stilata da Legambiente ha lasciato indifferente il Comitato di Tutela di Porto Miggiano. Si tratta però di una temporanea “mancata” presa di posizione, la quale invece si paleserà concretamente il prossimo 14 giugno quando Legambiente comunicherà il numero di “vele” assegnate al comune costiero. Gli esponenti del Comitato non sono contrari all’inserimento di Santa Cesarea Terme nella speciale graduatoria di Legambiente, né discutono i criteri usati dall’associazione ambientalista; il numero di “vele” riconosciute alla località turistica peseranno invece sulla posizione del comitato. 
Nell’ottica del gruppo attivo su Facebook, un riconoscimento alto al comune costiero (quattro o cinque “vele”) verrebbe molto probabilmente visto alla stregua di uno scandalo. Il motivo è di facile individuazione: i lavori di consolidamento che da mesi stanno interessando Porto Miggiano è ormai noto a tutti che sono visti agli occhi dei membri del Comitato di Tutela come un chiaro esempio di violazione e mancato rispetto dell’ambiente, proprio l’opposto di ciò su cui si basano le valutazioni di Legambiente. 
In attesa della classifica ufficiale, il Comitato si esprime invece in merito al sistema di trattamento dei liquami, uno degli aspetti maggiormente presi in esame da Legambiente; in una nota si legge infatti che “Il Comitato di Tutela per Porto Miggiano aderisce alla campagna ‘No Tub’ a Nardò e non solo. ‘Fermiamo lo scarico in mare dei depuratori del Salento’ è lo slogan che deve unire tutte le associazioni ambientaliste salentine; sì al riutilizzo delle acque reflue in agricoltura e o la nascita di aree umide nell’entroterra, come si sta facendo a Melendugno”. 
 
Alessandro Chizzini