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L’autunno bollente della scuola

L’avvio del nuovo anno scolastico in Salento (come in gran parte d’Italia) è stato condito da forti contrasti a causa della riforma Gelmini. In particolare molti docenti si sono presentati in aula con il segno del lutto al braccio 
 
È la settimana della scuola. Gli alunni di ogni ordine e grado, come previsto dal calendario degli istituti, stanno rientrando progressivamente nelle aule proprio in questi giorni. Un ritorno non privo però di polemiche e proteste anche clamorose come quella organizzata dalla Flc Cgil di Lecce insieme al comitato dei docenti salentini ‘in lutto’ che hanno invitato tutto il personale della scuola a presentarsi il primo giorno di scuola vestiti di nero e ad affiggere sulla porta di ogni aula e all’ingresso di ogni istituto scolastico un manifestino con su scritto ‘scuola in lutto’. Un’iniziativa presa “contro i tagli alla scuola pubblica, con conseguente aumento di numero di alunni per classe, drastica riduzione del personale scolastico, riduzione dell’orario scolastico e, quindi, distruzione della scuola pubblica di qualità manifestando con ogni mezzo il proprio dissenso contro i tagli alla scuola pubblica”. 
Domenico Pantaleo, segretario generale Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil Scuola spiega i motivi della protesta: “Le vere riforme che servirebbero alla scuola italiana non sono quelle della Ministra Gelmini che non sono altro che l’attuazione dei tagli decisi dal ministro Tremonti e che accentuano le disuguaglianze sociali e territoriali. Nonostante le politiche devastanti del Governo resiste tanta buona scuola che deve essere sempre valorizzata e sostenuta. Non permetteremo che venga distrutta la scuola pubblica per tornare ai tempi nei quali veniva garantita la possibilità di studiare solo a coloro i quali avevano le risorse economiche. Allo stesso tempo siamo pronti ad avanzare proposte e metteremo in campo iniziative di sciopero, con la prima ora di astensione il primo ottobre, e di mobilitazione affinché la scuola venga percepita come un grande investimento per il futuro di questo Paese, cancellando la piaga della precarietà”. 
Un avvio burrascoso per una delle istituzioni fondamentali oggetto di una riforma controversa e causa di continue discussioni. Secondo i numeri del sindacato saranno in Puglia 4mila posti in meno a fronte di poco più di 700 immissioni in ruolo, nonostante i numerosi pensionamenti e le mancate conferme di docenti e personale precario. Da parte del Ministero invece si sottolineano le molte le novità in partenza: per la scuola superiore, saranno incrementate le ore di matematica, di fisica e delle scienze e sarà consolidato lo studio delle lingue, con la presenza obbligatoria dell’insegnamento di una lingua straniera nei cinque anni dei licei e di una seconda lingua straniera. Una materia del quinto anno sarà insegnata in inglese. Per quanto riguarda le tecnologie, saranno disponibili le Lim, lavagne interattive multimediali: entro la fine dell’anno scolastico saranno oltre 40mila le classi che ne usufruiranno e 300mila insegnanti saranno formati all’utilizzo delle nuove tecnologie. Nel prossimo anno scolastico le classi a tempo pieno, grazie alla scomparsa delle compresenze, passeranno da 36.493 a 37.275. Per quanto riguarda invece le immissioni in ruolo, con il nuovo anno scolastico, sono stati assunti 10mila nuovi docenti e 6mila unità di personale. Entro la fine dell’anno solare, inoltre, sarà bandito un nuovo concorso per aspiranti dirigenti scolastici, per un totale di 3mila nuovi posti.