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La Regione Puglia critica la lottizzazione dell’area Ma il parere non è vincolante

E il Comitato per la Tutela del Paesaggio già nel novembre 2011 aveva elencato una serie di vincoli e di emergenze ambientali per impedire la cementificazione di quella zona 

 

Ad intervenire sul piano tecnico è l’assessore Regionale all’Urbanistica Angela Barbanente (nella foto): “La posizione politica della Regione è nota, siamo contrari al modello di sviluppo sotteso ai villaggi turistici che recintano e sottraggono alla fruizione pubblica porzioni di territorio pregiato. Nello specifico della lottizzazione dei Cafari c’è già stato un parere paesaggistico trasmesso al Cur, il Comitato urbanistico regionale. Quel parere sottolinea molte criticità della lottizzazione, anche sulle valenze dell’area, dalla macchia mediterranea agli importanti elementi di paesaggio rurale e definisce il progetto incompatibile con il Parco regionale e i vincoli Sic. Starà al Cur, poi -conclude la Barbanente-, valutare il progetto una volta definita la procedura di Valutazione Ambientale Strategica”. 

Si tratta di una posizione netta quella della Regione Puglia anche se, va detto, il parere in questione è importante ma non vincolante. Tutt’altro che rassegnati però gli ambientalisti. Legambiente, attraverso il suo responsabile parchi Maurizio Manna, promette battaglia ed annuncia che in questi giorni anche “Goletta Verde” farà tappa a Nardò. La leggendaria barca a vela dell’Associazione del Cigno, che da anni solca i mari italiani per sostenere virtuose politiche ambientali, quest’anno ha tra le altre mete le acque dello Ionio al grido di “Portoselvaggio Parco Marino subito!”. 

Stesso clima “battagliero” all’interno del Comitato per la Tutela del Paesaggio. Proprio dal Comitato, in un documento inviato alla Regione Puglia lo scorso novembre, viene ricordata l’esperienza derivante dall’analoga lottizzazione di Torre Inserraglio. “Un’esperienza -spiegano i promotori- che ha insegnato alla collettività locale come spesso dietro la dichiarata finalità di realizzare strutture turistico-ricettive come richiesto dalla tipizzazione C8 dell’area, si è celata la realizzazione di villette a vendere, talvolta in multiproprietà, che rimangono sfitte e abbandonate per undici mesi all’anno e che vengono utilizzate come seconda casa di vacanza da parte dei proprietari, senza nulla aggiungere, purtroppo, allo sviluppo turistico dell’area. È sufficiente una passeggiata all’interno del complesso di Torre Inserraglio per apprezzare lo stato di abbandono e degrado dell’area”. 

A ciò viene aggiunta una serie di motivazioni per le quali non è possibile edificare quell’area: dalla vicinanza al Parco di Portoselvaggio al sito di interesse comunitario di Torre Uluzzo; dai vincoli idrogeologici e paesaggistici alla vulnerabilità del territorio, in quanto di origine carsica. Quest’ultima obiezione formulata dal Comitato fa venire alla mente un’altra recente battaglia ambientale salentina, quella di Porto Miggiano a Santa Cesarea Terme. Lì a partire dallo scorso anno le ruspe hanno lavorato alacremente per costruire alberghi e piscine su una scogliera definita “a rischio crollo”. Tutto il Salento è paese. 

 

(S.M.)