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La partita di Lecce

di Stefano Manca

Disfatti i presepi e spente le luminarie, il 2024 si apre fra vecchie e nuove sfide. Quest’anno, probabilmente a giugno, ventotto comuni leccesi saranno chiamati al voto per eleggere il proprio sindaco. Circa 220mila i cittadini coinvolti dalla tornata elettorale. Una grossa partita si gioca a Lecce, dove il primo cittadino uscente Carlo Salvemini vittorioso alle primarie del centrosinistra due mesi fa sfiderà un centrodestra ancora alle prese col candidato (o la candidata) da contrapporgli. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia vagano alla ricerca di una figura che accontenti le varie anime della coalizione, compresi movimenti civici e territoriali che sembrano non più disposti a fare comparsate o a ricoprire ruoli secondari. I nomi finora emersi di possibili “anti-Salvemini” sono quelli dell’ex sindaca Adriana Poli Bortone, dell’ex deputato e oggi assessore comunale di Galatina Ugo Lisi e dell’editore e consigliere regionale Paolo Pagliaro. Ai quali si aggiunge quello dell’avvocato Pietro Quinto, nome autorevolissimo nel Salento e non solo. Un corteggiamento che spunta a ogni competizione elettorale, che si conclude sempre con il cortese “no, grazie” del diretto interessato. Vedremo cosa accadrà in questa occasione. Nomi a parte, sul piano comunicativo non sembra tuttavia felice la scelta del centrodestra di continuare a parlare di “tavoli romani” per l’individuazione del candidato. Si trasmette l’idea ai leccesi che il loro sindaco debba essere scelto dai forestieri. Un autogol di non poco conto, in un’elezione comunale.

(da Belpaese del 13 gennaio 2024)

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