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La parola alle associazioni animaliste

I rappresentanti di Zampalibera, Enpa e Oipa plaudono al successo dell’iniziativa di Striscia la Notizia e sottolineano l’importanza di una visione più moderna del concetto di canile, non più come “problema” ma come “risorsa” per la comunità e per i nostri amici a quattro zampe

 

“È giunto il momento di affrontare sì l’emergenza randagismo aprendo un dibattito serio sulla questione canili, con il fine di trovare la strada alla risoluzione del fenomeno randagismo e di quanto si aggiri intorno ad esso”. È quanto affermato da Raffaela Vergine, presidente dell’associazione Zampalibera, una delle più attive nel territorio salentino. “La situazione gravosa dei canili richiede ormai una profonda riflessione  sul senso della loro esistenza e sulla loro funzione nella nostra società: “Il canile, oggi deve adeguarsi all’evoluzione sociale e culturale in essere. È una struttura che ha un impatto sulla comunità che deve trascendere il mero aspetto economico. Ciò significa che se i canili tradizionali continueranno a macinare risorse inutilmente, sarà impossibile sviluppare delle strutture alternative e delle proposte di servizi differenti. Devono diventare un centro  dove si faccia cultura cinofila, interpretando con tempestività i cambiamenti in atto del rapporto con l’animale e fare proposte correlate. Non è accettabile un canile fatto di box, più o meno larghi, più o meno puliti”. Bisogna comprendere che il cane ha dei bisogni primari e secondari che vanno garantiti e rispettati. “La chiusura a vita -continua la Vergine- è deleteria per la salute del cane. Il cane si sviluppa a livello cognitivo se interagisce con il mondo, se ha adeguati stimoli sensoriali ed intellettivi, si sviluppa a livello socio affettivo se interagisce e vive con l’uomo, con i suoi simili e nel tessuto sociale”.
Umberto Lanzilotto, responsabile dell’Ente Nazionale Protezione Animali (sede di Otranto) è concorde: “Solo gli spazi a libera stabulazione possono garantire all’animale un benessere indispensabile per la sopravvivenza. Il fenomeno dei canili lager è purtroppo una realtà diffusa anche se in diminuzione rispetto al passato. Soltanto quando si arriverà ad una gestione dei rifugi in cui le associazioni ambientaliste hanno parte attiva si ridurranno le speculazioni sulla pelle delle povere bestie”.
Raffaele Antonio Bello, presidente della sezione di Lecce dell’Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) sottolinea invece un altro aspetto a tratti sconcertante: “Ancora oggi esistono posizioni contrarie ed anacronistiche sulle vaccinazioni preventive dei cani. È importante spiegare a tutti l’importanza delle vaccinazioni preventive obbligatorie; diffondere la cultura e la conoscenza dell’anagrafe canina, che non tutti conoscono bene sul territorio, e diffondere la cultura della sterilizzazione preventiva. Ritengo che i programmi di sensibilizzazione dei cittadini da parte delle istituzioni e delle associazioni sul territorio possano essere uno strumento efficace per intervenire sui molti problemi che il Salento si trova ad affrontare con i cani. Come reputo interessante poter intervenire sulle scuole primarie agendo direttamente sui bambini e trasmettere loro quei principi di educazione cinofila, che forse in un futuro non molto lontano potranno far parte dei protocolli operativi dei canili come dei rifugi comunali sparsi sul territorio, ma che saranno sicuramente parte integrante dei programmi dei ‘parchi canili’ che vedranno molto presto la luce anche qui da noi nel Salento”.