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La lunga estate calda dei No Tap

Saranno molti i volontari del Movimento che passeranno le ferie presso il presidio di fronte all’area del cantiere a San Foca per vigilare sulle attività della multinazionale 

 

Venendo meno all’impegno di non lavorare nel periodo estivo, per non intralciare l’attività turistica, Tap, il consorzio internazionale responsabile della realizzazione del gasdotto con approdo a San Foca, ha provveduto la settimana scorsa con un blitz allo spostamento di altri 42 ulivi. Un’azione che ha costretto agli straordinari i ragazzi del presidio No Tap, che anche in questi mesi continueranno a contrastare l’esecuzione del progetto. 

Marco Santoro Verri, uno dei responsabili del Movimento, ci ha raccontato come si svolge la vita del presidio allestito a San Foca: “Il presidio ospita h24 i ragazzi del Movimento che si oppone alla realizzazione di un’opera da noi ritenuta dannosa e illegittima. Qui nascono le azioni attraverso le quali cerchiamo di contrastare il progetto, dove si tengono settimanalmente assemblee interne e dove organizziamo incontri con associazioni e spettacoli teatrali o musicali con lo scopo di sensibilizzare sul problema delle lotte e su come lo Stato vuole reprimerle per favorire le multinazionali. Nel presidio cerchiamo di informare quanto più possibile e mettere in atto una resistenza attiva attraverso profonde attività di controllo”.

Contrariamente ai programmi originari, quindi, anche questa estate il presidio sarà operativo: “In questi mesi manterremo la nostra tradizionale organizzazione. Dalle due alle quattro persone restano a vigilare la notte, secondo una turnazione che però decidiamo sul momento; d’altronde, ognuno di noi ha il suo lavoro, i suoi impegni e la sua vita. La presenza è comunque sempre numerosa ed è così più facile darsi i cambi. La notte ci siamo attrezzati con delle coperte e quando arriveranno i periodi più freddi ci regoleremo di conseguenza”.

Tutta l’organizzazione è pensata affinché ai ragazzi presenti al presidio non manchi mai il minimo indispensabile, in primis l’alimentazione: “Ogni giorno c’è sempre qualcuno che fornisce agli altri colazione e pranzo, mentre la sera spesso ceniamo insieme. Un ringraziamento particolare vorrei però dedicarlo alle due persone che ci hanno concesso la campagna nel quale abbiamo allestito il presidio. Ci portano del cibo e supportano la nostra battaglia e noi contraccambiamo salvaguardando il loro terreno e senza intralciare la loro attività agricola. Sono delle persone straordinarie, i primi resistenti di Melendugno. Questo modo di vivere esprime al meglio quella solidarietà che consente di tenere compatto il popolo del No Tap”.

 

Il presidio è il punto nevralgico nella strategia di contrasto al progetto: “Tap non ha un cronoprogramma e numericamente è superiore a noi; di conseguenza dobbiamo improvvisare le strategie per bloccarli. Il nostro intento è di far ritardare, in maniera pacifica e non violenta, il loro lavoro, anche perché a loro interessa prendere i finanziamenti europei, e per farlo devono dimostrare che sono ben accetti sul territorio; in realtà non è così, e noi continueremo a contrastare un’opera dannosa per l’approdo, per le emissioni e dal punto di vista economico, trattandosi di un progetto che utilizza dei fondi che sarebbero utili per lo stato sociale ma che vengono invece dirottati verso una infrastruttura utile solo per gli interessi di pochi e che ha del marcio, come hanno dimostrato le inchieste di Report e L’Espresso”. 

 

Intanto a Lendinuso sta per sbarcare Eagle 

 

È stato presentato la scorsa settimana a Roma da Michele Emiliano. Eagle Lng è il terzo gasdotto previsto in Puglia. Dopo un percorso sottomarino di 110km dall’Albania, da una nave rigassificatore, l’approdo è previsto a Lendinuso, località costiera di Torchiarolo, per poi collegarsi alla rete Snam con altri 18 km interrati. L’opera gode di un investimento di 660milioni di euro e dovrebbe entrare in attività nel 2020, portando in Italia dai 4 agli 8 miliardi di metri cubi di metano annuali. 

Un progetto “benedetto” da Emiliano in quanto più conveniente e meno impattante di Tap, ma che, come anche l’Igi Poseidon di Otranto, non viene visto di buon occhio dai No Tap. Il Movimento considera infatti questi altri due progetti come delle bufale per creare confusione e far accettare il gasdotto Tap, e in merito ad Eagle Lng trovano molto sospettoso il fatto che la notizia del relativo progetto sia stata diffusa dopo un incontro informativo tenutosi proprio a Torchiarolo. E sull’inizio dei lavori del gasdotto brindisino, i No Tap vanno cauti, sottolineando come l’iter si trovi ancora ad una prima fase istruttoria. Ad ogni modo, sia per Torchiarolo che per Otranto, il movimento No Tap ha annunciato delle opportune azioni di contrasto  

 

Alessandro Chizzini