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La Grotta dei Cervi patrimonio dell’umanità

Dal Museo “De Lorentiis” di Maglie parte una petizione per assegnare allo storico luogo di Porto Badisco il riconoscimento dell’Unesco
 
La Grotta dei Cervi patrimonio dell’Unesco. È questa la provocatoria proposta emersa dai lavori che hanno aperto, lunedì scorso, la XII edizione della “Settimana della Cultura” presso il Museo comunale “Decio De Lorentiis”. Un appuntamento culturale molto importante che si concluderà il 18 aprile prossimo con l’escursione guidata da Paolo Sansò proprio nella zona di Porto Badisco. Intanto però è partita una petizione, promossa dalla direttrice Assunta Medica Orlando, affinché il sito scoperto da Severino Albertini, Enzo Evangelisti, Isidoro Mattioli, Remo Mazzotta e Daniele Rizzo, a cui si aggiunsero Nunzio Pacella e Giuseppe Salamina, possa avere il giusto riconoscimento in sede internazionale. “Si tratta di uno dei ritrovamenti più importanti dell’intera storia preistorica -ha sottolineato il direttore archeologo della Soprintendenza di Taranto Mariantonia Gorgoglione- che non ha eguali per estensione e numero di raffigurazioni, in nessuna altro sito conosciuto”. Un patrimonio da difendere con attenzione, come ribadito anche dal presidente della Provincia, Antonio Gabellone, dall’assessore provinciale alla Cultura, Simona Manca e dal sindaco Antonio Fitto
L’istituzione del Parco Archeologico di Porto Badisco è una vecchia proposta che risale ai primi anni della scoperta ma che oggi ritrova più vigore a quarant’anni di distanza: si potrebbe valorizzare l’intera area mediante l’utilizzo di pannelli espositivi che, in loco, illustrerebbero le splendide incisioni sulle pareti. Alla conferenza era presente anche Silvano Marchiori, professore della facoltà di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali dell’Università del Salento, fautore del Parco per la presenza a Badisco, di una flora unica come la Veccia di Giacomini (Vicia giacominiana), una pianta leguminosa e provenienti dai Balcani, il cardo pallottola spinoso (Echinops spinosissimum), l’ombelico di Venere balcanico (Umbilicus chloranthus), l’alisso di Leuca (Aurinia leucadea). Per chi fosse interessato il Museo proporrà ancora per qualche giorno l’ingresso gratuito alla mostra didattica ‘Grotta dei Cervi’, che ripropone in scala reale dieci tra i più suggestivi pannelli pittorici delle iscrizioni rupestri.