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La fermata (a caro prezzo) del Sud

Con il nuovo orario invernale Trenitalia di riduce di fatto i collegamenti del Mezzogiorno con il resto d’Italia. Inoltre, fa dietrofront sugli aumenti delle tariffe, ma non informa i propri operatori del call center, che continuano ad applicare i vecchi importi
 
L’entrata in vigore del nuovo orario di Trenitalia non ha riservato grosse sorprese: la deludente decisione di ridurre i collegamenti è stata confermata, nonostante la vibrante protesta dei sindaci del Sud arrivati, la scorsa settimana, fino a Roma per cercare di far rivedere cambiare idea all’azienda guidata da Mauro Moretti. In sostanza, dallo scorso 12 dicembre cessano di esistere i treni che hanno fatto davvero la storia d’Italia, una storia di emigrazione e lavoro. 
Nel dettaglio succede che sulla Taranto-Milano viene eliminato il convoglio diurno Frecciabianca, sia sulla tratta di andata che in quella di ritorno; non ci saranno più treni che viaggiano di notte sul Lecce-Roma tagliando completamente la zona di Taranto, stazione dove il treno notturno faceva scalo prima di prendere la strada della Capitale; il convoglio Milano-Bari che nasceva e terminava a Reggio Calabria è stato completamente cassato dal nuovo orario; l’Intercity notte Bari-Roma funzionerà soltanto nei fine settimana garantendo ai pendolari di scendere in Puglia per poi tornare la domenica. 
“Più Frecciabianca veloci sulla direttrice adriatica -spiegano da Trenitalia- con una nuova piattaforma di acquisto online dei biglietti e una rimodulazione della cosiddetta ‘offerta notte’. Una nuova organizzazione che ha consentito di evitare, con la realizzazione degli hub di Bologna Centrale, il taglio di questi servizi, soppiantati in tutta Europa dai voli low cost, penalizzati da un crollo vertiginoso di viaggiatori e di ricavi e da costi di gestione insostenibili, in assenza di adeguate risorse pubbliche”. 
Rimarranno quindi sei le corse tra Lecce e Roma. Tre Frecciargento nella fascia del mattino, con partenza da Lecce alle 5.45 e alle 11.53 e alle 8.45 da Roma, e tre nel pomeriggio, alle 14.45 e alle 17.45 da Roma e alle 16.50 da Lecce. I Frecciargento della rotta Roma – Puglia fermeranno, in tutte e due le direzioni, a Caserta, Benevento, Foggia, Bari, Barletta, Brindisi e Lecce. 
A tutto questo si deve aggiungere il fatto singolare che Trenitalia ha fatto retromarcia rispetto all’aumento delle tariffe per i servizi erogati, non informando però i propri operatori telefonici, che continuano ad applicarle maggiorate. Onofrio Introna, presidente del Consiglio regionale pugliese, ha così commentato: “Le strutture di Trenitalia continuano ad applicare le tariffe incrementate del 63%. Gli incrementi annunciati, prima applicati poi in parte ritoccati dopo le proteste, hanno creato confusione a tutti i livelli, che ha contagiato i servizi dello stesso ente Ferrovie nazionale. Gli utenti del servizio, particolarmente essenziale come ogni anno in occasione delle festività natalizie, hanno difficoltà ad accedere a informazioni essenziali sul costo dei biglietti. Chi viaggia -ha aggiunto Introna- avrebbe il diritto di conoscere in anticipo il costo del titolo di trasporto, ma così non è per i passeggeri che si rivolgono al call center di Trenitalia, che continua ad adottare le tariffe così considerevolmente aumentate. E per chi ha prenotato in congruo anticipo, quale sarà l’importo del biglietto e sulla base di quale criterio temporale o tariffario andrebbe calcolato?”. Lo stesso Introna ha inviato una nota ufficiale all’amministratore delegato di Trenitalia e al Ministro dei Trasporti.