Il frate francescano ha denunciato le “devastazioni” prodotte dalla Colacem, stazionando per un’intera giornata nel piazzale antistante la basilica di Santa Caterina. E non finisce qui
La fede al servizio del creato e del paesaggio, e dunque del prossimo. Non poteva essere più diretto il messaggio lanciato da fra’ Ettore Marangi, frate francescano del convento dei Frati Minori di Galatina, che domenica scorsa per un’intera giornata ha protestato con uno “sciopero del riposo” per sensibilizzare le coscienze contro le “devastazioni” prodotte dal maxi cementificio Colacem.
Fra Ettore Marangi ha scelto simbolicamente come sede della sua “bio-contestazione” un angolo verde della città che la stessa Colacem aveva allestito e finanziato in occasione dell’evento “Cortili in Fiore”, ubicato proprio di fronte alla basilica di Santa Caterina. Durante il sit-in, fra’ Ettore ha denunciato, al pari della Lilt provinciale (per voce del suo presidente Giuseppe Serravezza), Italia Nostra e varie associazioni ambientaliste avevano fatto nei mesi precedenti, come l’attività dell’industria “classificata insalubre di prima categoria ad altissimo impatto ambientale su salute e paesaggio” producesse conseguenze “devastanti” per la salute dei cittadini e per la territorio del Salento.
Fra’ Ettore Marangi con la sua clamorosa iniziativa ha dato voce anche ai mille comitati locali apartitici e non e svincolati dalle associazioni ambientaliste nazionali che sono senza mezzi e voce ma che da tempo si stanno mobilitando in ogni modo pacifista per informare e contro la richiesta di Colacem di bruciare anche rifiuti, oltre a combustibili fossili già tossici nelle sue fornaci. E la comunità galatinese e gli stessi comitati ambientalisti sono stati tra i primi a stringersi intorno a lui.
I componenti del Forum “Ambiente e Salute” del Salento, attraverso un comunicato, hanno ringraziato il religioso “per il suo prezioso esempio civico-ambientalista in difesa del territorio del paesaggio e della salute e dunque della vita e della qualità di vita di tutti i pugliesi, e per la testimonianza che rende ad una classe dirigente locale e nazionale collusa, tanto a destra quanto a centro e sinistra, con interessi terzi, diversi da quelli del vero bene comune della gente”.
L’allarme sulla nocività delle emissioni dell’industria galatinese oggi vale ancor di più perché nel frattempo, come sottolineano dal Forum “Ambiente e Salute”, Colacem “vuole immettere ulteriori inquinanti in atmosfera, avendo richiesto alle autorità competenti, che si son dichiarate disponibili, l’autorizzazione ad incenerire rifiuti anche nelle sue fornaci. Un’attività di combustione tanto assurdamente iperincentivata, quanto nociva”. Per gli ambientalisti un ulteriore danno che sa di beffa perché i rifiuti da utilizzare per l’incenerimento potrebbero non provenire dalle filiere locali. “Tutto ciò -concludono dal Forum- aggraverebbe il già preoccupante stato di incidenza epidemiologica di neoplasie ed altre malattie nel circondario densamente popolato, come denunciato e riconfermato anche recentemente dagli studi scientifici della Llit”.
Daniele Greco