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Istituto per ciechi “Antonacci”, non convince la cassa integrazione

Quattro lavoratori dello storico Istituto, che avevano un contratto a tempo indeterminato, finiscono in cassa integrazione e presto verranno sostituiti da personale precario. Ma il paradosso vuole che all’interno dell’Istituto vengano tuttora svolti progetti e corsi. Oltre alla piena attività del centro di trascrizione Braille, large print, al centro per la prevenzione e riabilitazione delle disabilità visive, da più di un decennio è attivo il programma di riabilitazione e assistenza diurna in virtù dell’art. 3 della Legge 284/2000. 
La vicenda dell’Istituto “Antonacci” ha fatto molto rumore per due aspetti: da un lato l’ennesima brutta notizia che si abbatte sui lavoratori salentini, dall’altro il timore per probabili servizi a rischio chiusura per i non vedenti. Sul web diversi utenti ricordano uno dei tanti servizi offerti dall’istituto: la stampa di testi scolastici e universitari per gli studenti non vedenti, dove a fruirne non sono solo le scuole leccesi e pugliesi. Diverse scuole da tutta Italia si rivolgono infatti all’istituto “Antonacci” per ottenere tale servizio. Negli ultimi mesi, oltre alle succitate attività, l’ “Antonacci” ha anche predisposto una frequentata casa vacanze. 
Quello che a questo punto ci si chiede è come si possano svolgere, d’ora in poi, le delicate attività sociali di supporto e aiuto ai non vedenti in assenza di personale. 
 
Stefano Manca