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Intossicazioni alimentari nelle scuole di Nardò e Corigliano

L’Asl ha chiuso l’attività del centro di cotture de “La Fenice” di Galatone. Appalti revocati e mense temporalmente sospese nei comuni serviti dall’azienda 

 

I primi sono stati i bambini delle scuole primarie e dell’infanzia di Nardò, ma l’emergenza si è poi diffusa in numerosi altri comuni del Salento. Sono stati ben 174 i casi di malori e dissenteria che hanno coinvolto i piccoli alunni del comune neretino e di Corigliano d’Otranto tra il 18 e il 19 ottobre scorso. A finire immediatamente nell’occhio del ciclone è stato il centro di cottura “La Fenice srl” di Galatone, che serve moltissime mense della provincia di Lecce, tra cui proprio quelle delle scuole frequentate dai bambini rimasti intossicati. 

Le dimensioni del fenomeno hanno convinto sia l’Asl che i Carabinieri del Nas ad effettuare una serie di controlli presso la struttura incriminata e i risultati emersi si sono rivelati preoccupanti: il centro di cottura è infatti stato sottoposto ad una attenta analisi e ben 23 campioni prelevati sono risultati positivi alla salmonella e allo stafilococco aureo; si tratta di germi trasmissibili per via oro-fecale, cioè attraverso l’assunzione di liquidi o cibo contaminati da feci. L’Asl non ha così potuto fare altro che sospendere l’attività del centro di cottura dell’azienda di Galatone, denunciando anche servizi igienici inadeguati e la sua scarsa collaborazione nelle indagini; un’accusa, quest’ultima, respinta dalla stessa “La Fenice”, che ha poi allontanato anche qualsiasi collegamento tra la loro attività e i malori dei bambini. 

Questo però non è bastato a convincere l’Asl a tornare sui suoi passi, né tantomeno a impedire alle Amministrazioni comunali di Nardò e Gallipoli di prendere una decisione drastica, cioè quella di revocare l’appalto del servizio di refezione scolastica aggiudicatosi da “La Fenice” (occorre precisare che a Gallipoli non sono stati riscontrati casi di intossicazione legati al servizio dell’azienda). Lo stop dell’attività imposto dall’Asl non ha potuto non ripercuotersi anche sulle altre scuole della provincia che si affidavano al centro di cottura incriminato: servizio mensa, quindi, temporaneamente sospeso a Nardò, Galatone, Parabita, Corigliano d’Otranto e Collepasso, con quest’ultimi due che stanno valutando l’idea di dare l’opportunità all’azienda di fornire i pasti attraverso altri centri di cottura. 

A Gallipoli, invece, il servizio è stato affidato alla ditta giunta seconda in graduatoria. E proprio nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede municipale del comune costiero, il sindaco Stefano Minerva ha preannunciato un Protocollo d’intesa con i comuni di Nardò, Alezio, Corigliano d’Otranto e Parabita. E contro il verificarsi di questi episodi, il presidente di Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno, ha ricordato la Legge Regionale n. 31/2008 che prevede l’obbligo dell’utilizzo nelle mense pubbliche di prodotti agricoli di origine regionale in misura non inferiore al 50%; prodotti biologici e a Km0 che compongono il menù delle mense delle scuole di Caprarica di Lecce e suggeriti nei giorni scorsi in una mozione presentata al Consiglio comunale di Nardò da Lorenzo Siciliano (Pd), esponente dell’opposizione.

 

Blatte e topi per le scuole elementari di Poggiardo e Vignacastrisi 

 

Brevi e forzate vacanze per gli alunni delle scuole elementari di Poggiardo e di Vignacastrisi, frazione del Comune di Ortelle, entrambe ricadenti nell’Istituto Comprensivo di Poggiardo. Nelle scorse settimane i sindaci dei due centri salentini sono stati costretti, tramite apposite ordinanze, a sospendere temporaneamente le lezioni a causa delle inadeguate situazioni igienico-sanitarie dei due plessi scolastici. 

Giuseppe Colafati, primo cittadino del Comune di Poggiardo, intervenne lo scorso 23 settembre a causa della rilevata presenza di blatte e gechi nelle aule e nel gabbiotto della scuola elementare “De Gasperi”. Gli interventi di disinfestazione partirono il giorno successivo, con la riapertura della scuola il 27 settembre. I disagi, però, si ripresentarono quello stesso giorno, quando gli alunni, e anche alcuni insegnati, tornarono a casa lamentando bruciori, pruriti e irritazioni in diverse parti del corpo, tanto che molti genitori decisero di rivolgersi al pediatra e al Pronto Soccorso. Disturbi che vennero subito collegati alle operazioni disinfestazione appena effettuate e che videro il sindaco costretto a emettere altre due ordinanze di chiusura delle strutture. Dal 30 settembre l’attività scolastica è finalmente ripresa con regolarità. Un caso che ha suscitato non poche polemiche, sia tra i cittadini che tra gli stessi amministratori, con l’opposizione consiliare che ha accusato il sindaco di aver gestito con superficialità un problema emerso ed evidenziato già in estate dal dirigente scolastico.

La scorsa settimana è stata invece la scuola elementare di Vignacastrisi, che accoglie anche gli alunni di Ortelle, a chiudere il portone per disagi di carattere igienico-sanitario. Il 9 novembre un’ordinanza del sindaco Francesco Massimiliano Rausa ha infatti sospeso le lezioni dopo la presenza di escrementi riconducibili a topi all’interno di alcune aule e nei corridori della struttura. Memore proprio dell’esperienza di Poggiardo, il primo cittadino di Ortelle ha ordinato la chiusura del plesso a tempo indefinito, così da permettere il progressivo dileguarsi degli effetti tossici delle operazioni di derattizzazione e disinfestazione. Nel frattempo, l’attività scolastica è ripresa sfruttando temporaneamente alcuni locali della Biblioteca “Maria Paiano” di Vignacastrisi e della scuola media di Ortelle, mentre l’immobile di via Lottizzazione Guglielmo potrebbe riaprire a partire dal 21 novembre.

 

Le cause dei disservizi? Gare d’appalto al ribasso 

 

La scarsa qualità delle mense scolastiche non è solo un problema salentino, ma riguarda anche altre realtà italiane. È il caso, ad esempio, della scuola di Benevento, da mesi al centro delle cronache per i pasti forniti dal centro di cottura di Capodimonte (Napoli); negli scorsi giorni una alunna della scuola è stata intervistata da un giornalista della trasmissione televisiva “Pomeriggio 5”, spiegando come avesse mangiato del prosciutto acido e trovato nella pasta delle “piccole palline nere”.

Un fenomeno che ovunque sembra legato ad una sola causa: le gare d’appalto. Le mense scolastiche, infatti, vengono affidate con il ribasso d’asta, premiando la ditta che applica lo sconto più vantaggioso. Ed è proprio questo l’elemento che si traduce in un servizio scarso, sia riguardo la qualità del cibo, che il rispetto delle norme di sicurezza. Una prassi messa in atto dalle Amministrazioni comunali per far fronte alla scarsità di risorse finanziarie dovute ai tagli applicati ormai da anni dal Governo. 

Il futuro sembra però più roseo in seguito alla recente approvazione del nuovo Codice degli appalti che, tra le altre cose, prevede che anche le gare di ristorazione pubblica dovranno essere aggiudicate sulla base dell’offerta economicamente più vantaggiosa, considerando il rapporto qualità/prezzo. Questa normativa potrebbe, forse, rendere più adeguato un servizio che, come denunciano i sindacati, spesso viene fornito attraverso personale non qualificato e senza garanzie contrattuali o di sicurezza sul lavoro.

 

Alessandro Chizzini