Malori per quasi 200 alunni delle scuole elementari di Nardò e Corigliano d’Otranto dopo aver usufruito del servizio mensa fornito da “La Fenice” di Galatone, che serve anche le scuole di altri comuni salentini. E mentre l’Asl sospende l’attività dell’azienda, un’indagine di Legambiente mette sotto accusa la sicurezza degli edifici scolastici pugliesi, e topi e blatte fanno visita alle scuole elementari di Vignacastrisi e Poggiardo
È il luogo in cui ognuno di noi ha iniziato a educare la propria personalità, quello che ci ha dato le basi della nostra crescita. La scuola, insieme alla famiglia, è l’istituzione che guida ogni bambino nel suo cammino a diventare un uomo responsabile e indipendente. Conseguentemente, dovrebbe anche offrire ai genitori la certezza che i propri figli trascorrano delle ore lontano dalle loro case in un ambiente sicuro sotto tutti gli aspetti. Dovrebbe, appunto. Negli ultimi giorni, infatti, alcune scuole elementari e materne della provincia di Lecce sono salite loro malgrado agli onori della cronaca per episodi di particolare gravità, in grado di mettere a rischio l’incolumità degli alunni e di tutto il personale scolastico.
L’aspetto maggiormente compromesso è quello igienico-sanitario: sotto i riflettori sono finite soprattutto le mense scolastiche gestite dall’azienda “La Fenice srl” di Galatone, considerata responsabile dei malori di quasi 200 bambini frequentanti le scuole elementari di Nardò, Gallipoli e Corigliano d’Otranto; una vicenda che ha portato alla sospensione dell’attività del centro di cottura della ditta ordinata dall’Asl dopo una serie di controlli e all’apertura di una inchiesta da parte della Procura di Lecce, che ha ipotizzato il reato di lesioni colpose aggravate dalla violazione delle norme sull’igiene del lavoro nei confronti di ignoti. L’allarme è scattato anche per altri Comuni che hanno affidato la gestione delle mense scolastiche all’azienda di Galatone, i quali, anche se non sono stati riscontrati malori nei loro alunni, stanno valutando la possibilità di revocare il servizio a “La Fenice”.
Nessun problema alimentare invece per le strutture scolastiche di Poggiardo e Vignacastrisi (frazione di Ortelle), che hanno però ricevuto la visita di blatte, gechi e topi, costringendo così i rispettivi sindaci ad ordinare la sospensione le lezioni per consentire le obbligate operazioni di disinfestazione. Interventi che, come se non bastasse, nel caso di Poggiardo si sono poi rivelati dannosi per alcuni alunni alla riapertura dell’edificio, a causa dei persistenti effetti tossici dei disinfestanti.
Insomma, sembra le scuole salentine non sia il luogo più adatto dove lasciare i nostri bambini, considerando (giusto per non farci mancare nulla) che una recente indagine di Legambiente ha messo in evidenza il bisogno per numerosi plessi scolastici pugliesi di urgenti interventi di manutenzione. E mentre le Amministrazioni comunali pugliesi investono poco sulla sicurezza delle strutture e sulla qualità delle mense, soprattutto a causa dei tagli governativi, non ci si può non chiedere quanto i giovani salentini siano al sicuro all’interno delle nostre scuole.
Maglia nera alla Puglia per l’edilizia scolastica
Topi, blatte, gechi, cibi avariati nelle mense. La sicurezza degli alunni non passa però solo attraverso gli aspetti igienico-sanitari. Una indagine di Legambiente, intitolata “Ecosistema scuola 2016”, ha stabilito come la provincia di Lecce sia al 42° posto in Italia per la sicurezza dell’edilizia scolastica, e a non sorridere è l’intera regione, con Bari e Foggia collocate rispettivamente al 60° e all’80° posto (nessun dato è invece stato fornito dalle altre tre province pugliesi). Un report che ha preso in esame 222 edifici scolastici della regione, frequentati da oltre 53mila ragazzi.
Secondo quanto riportato dall’indagine, in Puglia ben il 24,3% degli edifici scolastici necessità di interventi urgenti di manutenzione: questo è ciò che dice il report di Legambiente, nonostante il 55,3% delle sue strutture sia stato realizzato dopo il 1974 (anno di entrata in vigore delle normative antisismiche), rispetto al 34,9% di media nazionale; benché le scuole pugliesi siano tra più nuove in Italia, solo il 2,3% è stato realizzato in rispetto delle regole antisismiche, mentre ben il 24,3% ha bisogno di interventi di manutenzione considerati urgenti. Una scarsa attenzione nel settore confermato anche dalla quantificazione delle spese: secondo l’indagine le amministrazioni pugliesi hanno destinato alla manutenzione straordinaria una media di 17mila e 485 euro per ogni scuola, ben al di sotto della media nazionale che si attesta a poco meno di 39mila euro; la spesa per la manutenzione ordinaria si attesa invece a 7mila euro, 2mila in meno della media nazionale.
Le istituzioni locali pugliesi, comprese quelle della provincia di Lecce, sembrano dunque non dare giusta attenzione alla sicurezza dell’edilizia scolastica ed era proprio questo che si pone di verificare questa indagine, giunta alla sua 17esima edizione, quantificando gli investimenti destinati a questo settore.
Intanto l’Unione degli Studenti di Puglia, che ha attivato lo sportello “Sos Edilizia”, nei giorni scorsi ha reso noto che in base alle segnalazioni giunte da oltre 50 istituti, in tutta la regione sono presenti scuole non a norma, con numerosi casi di infiltrazioni e crolli di intonaco come numerosi sono anche gli incidenti che si sono verificati nell’ultimo anno in vari edifici, dal cedimento del solaio al “Fermi” di Lecce (nella foto) al crollo di calcinacci al “Poerio” di Foggia.
Alessandro Chizzini