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Ingegno salentino

Secondo Confartigianato Imprese, dopo Bari la provincia di Lecce nel 2014 ha registrato il maggior numero di richieste di brevetti per invenzioni nella nostra regione. E se tra le idee proposte spiccano quelle ad alto contenuto tecnologico, c’è chi come Nunzio Casciaro,  il “fabbro-inventore” di Vignacastrisi, riesce ad imporsi sul mercato con prodotti innovativi realizzati grazie alla propria abilità manuale 

 

“La crisi può essere una grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato”. A scrivere queste parole è stato niente meno che Albert Einstein, concetti che mai come in questa epoca si rivelano attuali. Aguzzare l’ingegno e la creatività rappresenta quindi la strada che la crisi stessa ci apre per affrontarla e superarla. E i pugliesi sembrano averlo capito: ad affermarlo è l’ultimo studio di Confartigianato Imprese Puglia intitolato, guarda caso, “La crisi non ferma l’ingegno dei pugliesi”, nel quale si fa riferimento alle 1.963 domande presentate nel 2014 per tutelare marchi, brevetti e disegni. Il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia ha infatti elaborato i dati dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (Uibm), che fa a capo al Ministero dello Sviluppo Economico. 

Delle quasi 2mila domande presentate alle Camere di Commercio provinciali, 1.119 provengono da Bari, 191 da Taranto, 178 da Foggia, 113 da Brindisi; veramente ragguardevole è invece il numero delle richieste presentate alla CCIAA di Lecce, ben 362 che fanno della nostra provincia la seconda in Puglia, dietro solo a quella di Bari che comunque vanta una popolazione di gran lunga superiore. Di queste 362 domande, 319 riguardano il deposito di marchi, 19 di disegni, 20 di modelli di utilità e 13 di invenzioni. E proprio questo ultimo dato a rispecchiare meglio la capacità dei salentini a mettere in moto la propria creatività e a reagire così al delicato momento di difficoltà. 

Come era presumibile la maggior parte delle invenzioni proposte per il brevetto si caratterizzano per un forte contenuto tecnologico e riguardano soprattutto la produzione di energia elettrica rinnovabile o innovativi sistemi di sicurezza per gli ambienti di lavoro e per quelli domestici. E se la tecnologia è l’indirizzo principale anche delle invenzioni salentine, spesso con risultati straordinari (come le idee di Lorenzo Errico e di Clarbruno Vedruccio), non mancano esempi legati al tradizionale lavoro manuale, come gli strumenti meccanici messi a punto dal “fabbro-inventore” Nunzio Casciaro. Per Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia, questa prolifica creatività pugliese e la relativa richiesta di proprietà industriale contengono un’importante valenza socio-economica; aiutano, infatti, da un lato a favorire la crescita delle nostre micro, piccole e medie imprese, e dall’altro a contrastare il fenomeno della contraffazione che colpisce, più degli altri, i prodotti italiani. 

 

Nunzio Casciaro, un “fabbro-inventore” tuttofare

 

Al giorno d’oggi il concetto di invenzione è strettamente legato a quello di tecnologia. Nella nostro territorio, però, operano ancora persone legate alla tradizione, artigiani dotati di ingegno e creatività fuori dal comune e abili nella realizzazione di strumenti dall’alto contenuto innovativo. Il più famoso tra questi è forse il 62enne Nunzio Casciaro, un maestro della lavorazione del metallo, tanto è vero che è diventato famoso come il “fabbro-inventore di Vignacastrisi”. E proprio nella sua bottega della piccola frazione salentina, Nunzio ha messo a punto una serie di creazioni prive di qualsiasi elemento tecnologico, ma che sfruttano esclusivamente le regole della meccanica e della fisica; invenzioni che, come ama ripetere il “fabbro-inventore” si caratterizzano per funzionalità ed economicità. E a dimostrazione dell’originalità delle sue invenzioni c’è la grande attenzione riservata dai media locali, testate giornalistiche e televisioni locali (tra cui un servizio di TeleNorba e l’intervista alla trasmissione di Telerama “A tu per tu”), nonché quelli nazionali (è dell’anno scorso la sua partecipazione alla trasmissione di Rai2 “I Fatti Vostri” di Giancarlo Magalli). Nunzio Casciaro ci ha così parlato della sua attività e di come nascono le sue invenzioni.

Casciaro, com’è diventato il “fabbro-inventore”? 

Sin da piccolo ho sempre avuto il pallino delle invenzioni e anche per questo mi sono appassionato alla lavorazione del metallo, diventando così un fabbro. Con il tempo, poi, sono riuscito ad aguzzare meglio il mio ingegno e così, oltre a creare strumenti e oggetti in metallo di uso comune, tipici quindi della mia attività, sono riuscito a dare vita ad altri utensili innovativi, delle vere e proprie invenzioni. Fondamentale, però, è stato un periodo molto delicato della mia vita in cui mi sentivo veramente a terra a cause di particolari vicende che mi hanno visto mio malgrado protagonista; ho reagito e mi sono rimesso in gioco e così, grazie al mio lavoro e alla passione che mi accompagna, mi sono rialzato. 

Come nascono le tue invenzioni?

È quasi sempre il frutto di una ispirazione improvvisa, la classica lampadina che si accende. Io osservo ciò che mi circonda, ascolto le esigenze dei miei amici e concittadini, le loro piccole difficoltà di tutti i giorni; in questo modo sono nate alcune delle mie invenzioni più riuscite come l’Uovo di Colombo e lo Scalino fantasma, pensate proprio per risolvere alcuni inconvenienti quotidiani. La prima ha rappresentato il mio primo brevetto e consiste in una sorta di veletta collocata sotto i cancelli non adiacenti al suolo che si ribalta di 180 gradi in apertura e che ritorna nella posizione iniziale nel movimento di chiusura. In questo modo si impedisce l’ingresso di animali o materiali abbandonati sul terreno e inoltre si migliora l’estetica della cancellata. Lo Scalino fantasma è invece una struttura composta da due gradini che, con un gioco di leve, vengono ruotati di 90°, facendoli aderire alla parete. L’ho ideata per aiutare le persone a raggiungere parti della casa fuori dalla loro altezza, nonché come ingresso alle abitazioni delle piccole strade urbane tipiche dei nostri paesi, facilitando il traffico automobilistico. 

La partecipazione alla trasmissione “I fatti vostri” di Rai2 ti ha dato ulteriori riscontri?

Innanzitutto è stata una esperienza bellissima. I componenti del cast sono stati gentilissimi e si sono interessati alle invenzioni che avevo portato, proprio l’Uovo di Colombo e lo Scalino fantasma. Inoltre mi sono confrontato con il mio collega anch’egli ospite della trasmissioni, ricevendo degli spunti interessanti. A seguito della trasmissione, poi, mi hanno invitato in due occasioni in Veneto, dove sono entrato in contatto con una multinazionale che ha mostrato interesse per i miei lavori. Ci siamo scambiati delle idee ed è probabile in futuro un nuovo incontro.

Ci sono state delle invenzioni che ti hanno reso particolarmente orgoglioso?

Sicuramente la stampella meccanica per disabili, una struttura in ferro battuto che permette ai tetraplegici di ritornare in posizione eretta e rivivere la sensazione del cammino. Ovviamente si tratta di una prodotto assolutamente meccanico, ma che alcune grandi multinazionali hanno ripreso, creando l’esoscheletro elettronico. Il mio orgoglio è quello di aver fatto qualcosa per aiutare persone in difficoltà e di essere stato il primo a pensare a questa soluzione. 

Hai già in mente per il futuro qualche nuovo progetto? 

Ho intenzione di ritornare ad interessarmi della tetraplegia e della paraplegia. Sto pensando ad altre possibili soluzioni per aiutare coloro che purtroppo sono costretti a vivere in questa triste condizione. Ad ogni modo, come sempre, terrò occhi e orecchie aperti, perché così sono nate altre numerose e apprezzate invenzioni, come i Pattini d’auto, la Bi-corona delle biciclette, la Bici famiglia, le Biciclette gemelle, il Treppiedi per la manutenzione di biciclette e delle carrozzerie delle Vespe o il Sollevatore di vespe, quest’ultimo ideale per operazioni di riparazione e manutenzione e in grado di raggiungere i due metri di altezza sopportando un peso di circa 250 chili.  

 

Alessandro Chizzini