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In Terra d’Otranto alla ricerca de “La grande Madre”

Sarà presentato sabato 8 agosto a Muro Leccese il nuovo romanzo di Roberta Culiersi e Carlo Chiri, in cui alle vicende dei protagonisti fa da sfondo un Salento affascinante e che nasconde in sé molto di più di ciò che mostra 

 

“Un atto di amore nei riguardi del nostro Salento”: così Roberta Culiersi e Carlo Chiri definiscono il loro libro La grande Madre. L’eresia di Pantaleone (Lupo Editore). Il testo, scritto a quattro mani in un arco di tempo di un paio d’anni, è un romanzo ambientato nel Salento contemporaneo (esattamente nel 2013), i cui principali luoghi di culto pagani e cristiani, con il loro fascino e i loro misteri che si perdono nella notte dei tempi, fanno da sfondo alle vicende dei due protagonisti Joffrey e Calliope, alter ego dei due autori. 

La storia, narrata in prima persona dal protagonista maschile, prende il via non in provincia di Lecce ma a Roma, dove Joffrey vive svolgendo la sua professione di geologo forense, attività che lo porta spesso a viaggiare in Italia e all’estero. Un giorno Joffrey trova nella sua segreteria telefonica un messaggio da parte di Calliope, con la quale aveva avuto una relazione vent’anni prima. Calliope adesso vive a Otranto, dove esercita la professione di psicanalista, e il suo messaggio in realtà è una vera e propria richiesta d’aiuto: lei ha bisogno della sua collaborazione per scoprire qualcosa di più sulla sua famiglia e sul suo passato, e conta su Joffrey conoscendo bene la sua passione per l’antropologia e l’esoterismo. Joffrey, al pari di un marinaio rapito dal canto di una sirena, non ci pensa due volte e decide di partire alla volta del Salento per aiutare Calliope in questa sua ricerca. 

L’arrivo in terra d’Otranto del protagonista, che non aveva mai visitato questi luoghi prima, è ricco di descrizioni di paesaggi, odori, colori e impressioni che lo rapiscono e fanno intuire a lui, appassionato cultore di tutto ciò che è legato al mistero e al passato, che la nostra terra in realtà nasconde dentro di sé molto di più di ciò che mostra. Calliope rivela a Joffrey di essere di origine caraitica (i Caraiti sono un’etnia di origini antiche, considerati eretici dagli Ebrei della legge rabbinica) e di praticare le costellazioni familiari, ovvero spiega come avvenimenti o grovigli sistemici familiari possono influenzare le nostre scelte, i nostri sentimenti e la nostra stessa vita. Calliope confessa anche di essersi imbattuta in Pantaleone, l’autore del mosaico della Cattedrale di Otranto, opera nella quale si celano molti segreti (mai sufficientemente chiariti) e incongruenze rispetto agli elementi canonici della religione cattolica. La visione dell’Albero della Vita nella chiesa idruntina e della cripta sottostante affascinano il protagonista, che da quel momento in poi si dedicherà anima e corpo ad aiutare Calliope a scoprire il mistero che appartiene alla sua stirpe e rompere il tragico destino che l’ha segnata nel corso dei secoli. 

Inizia così l’avventura in giro per il Salento dei due protagonisti, che si troveranno a visitare antichi luoghi di culto messapici, cripte basiliane ricche di affreschi enigmatici, santuari dove è stata cancellata con forza ogni traccia del passaggio dei cavalieri Templari, interrogandosi su elementi del passato ai quali, al di là della leggenda, è ancora difficile attribuire una verità storica certa. Come il massacro dei Martiri di Otranto ad opera di Akmet Pascià, ad esempio, che Joffrey non si spiega razionalmente in quanto ben consapevole dell’usanza da parte degli Ottomani di utilizzare le popolazioni sottomesse come forza lavoro, un bene assai prezioso a quei tempi, anziché compiere esecuzioni sommarie; o come il culto di Eleusi, un culto pagano e matriarcale diffuso un tempo in tutto il Mediterraneo, nei cui riti è presente una danza in tutto e per tutto simile alla nostra taranta. Questo viaggio li porterà a decodificare il senso dell’opera ‘eretica’ di Pantaleone, “un’opera che racconta una storia fondamentale per l’umanità -afferma Joffrey- e che, come tutto il Salento, nasconde una grande femmina. E il Salento cara la mia Musa (Calliope, ndr) è quello, una delle più antiche e potenti femmine dell’umanità”. 

Il libro, opera prima per la magliese Roberta Culiersi e seconda per il murese Carlo Chiri (il “suo” Joffrey è stato già protagonista di La lettera, un romanzo da lui pubblicato nel 2012), unisce dunque finzione e realtà in un mix interessante, in cui il nostro Salento non è più solo paesaggi e monumenti da cartolina, ma diventa contenitore di storia, una storia millenaria attraverso cui sono passate le più importanti culture del Mediterraneo e che le recenti scoperte archeologiche (come a Castro, ad esempio) stanno riportando pian piano alla luce. 

La grande Madre. L’eresia di Pantaleone sarà presentato sabato 8 agosto (ore 21) a Muro Leccese presso l’ex Convento dei Domenicani.