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Il “Tito Schipa” al centro della contesa

Si accende la diatriba tra la Casa delle Donne e la Fondazione Ico per avere l’ex Liceo musicale

 
Lo spazio, quando non basta per tutti, è sempre un grosso problema. Questo vale anche per lo spazio pubblico, come dimostra ciò che sta accadendo per l’ex Liceo musicale “Tito Schipa”. Il quale, da edificio fatiscente e da anni abbandonato a sé stesso, adesso è divenuto agognata terra di conquista per alcune associazioni del territorio. Il suo destino pare ormai segnato: a breve si trasformerà nel campo di battaglia che vedrà fronteggiarsi chi si contende la struttura come sede per le proprie attività, ovvero da un lato la Casa delle Donne e dall’altro la Fondazione Ico “Tito Schipa”.  
I primi contendenti, la Casa delle Donne, sono una florida realtà di sole donne, un progetto che riunisce al suo interno ben nove diverse associazioni, tutte al femminile. Il loro obiettivo è fare cultura e impresa, organizzando e promuovendo mostre, spettacoli, progetti, formazione e via dicendo. Da quando la Provincia assegnò loro come sede l’ex Liceo musicale, hanno avuto il merito di ridare vita ad un luogo abbandonato, rianimandolo con il loro fermento creativo ed organizzativo e creando un punto di riferimento stabile per le donne della città. Un merito non da poco, che già potrebbe bastare come ipoteca sul futuro della struttura. L’altro contendente, però, la Fondazione Ico “Tito Schipa”, può vantare i favori della legge perché, in quanto promotore del progetto per la ristrutturazione, risulta già dal 2002 destinatario della struttura. La Fondazione ha intenzione di crearvi un museo dedicato proprio a Tito Schipa (sono già stati presi accordi con la famiglia del tenore) e di dare una sala prove per l’orchestra sinfonica omonima, attualmente sistemata provvisoriamente in un’ala dell’immobile dell’ex Sisri.
La contesa si è scatenata dopo la notizia che la Provincia ha ottenuto il finanziamento regionale per dare il via ai lavori di ristrutturazione, in appalto entro il prossimo giugno. Il primo round della sfida ha visto un botta e risposta tra Antonella Mangia, responsabile dell’associazione Libera Federazione Donne in rappresentanza della Casa delle Donne, e Grazia Manni, direttore amministrativo della Fondazione Ico “Tito Schipa”. La prima ovviamente non ci sta a vedersi sfrattare senza lottare e chiede che almeno venga fornita un’altra sede: “La Casa delle Donne non intende assolutamente alimentare polemiche -afferma la Mangia-. Piuttosto chiede che ci sia una sistemazione consona, tenuto conto dell’impegno della stessa a promuovere la ristrutturazione dell’edificio, così come era stato anche confermato dall’allora vice presidente della Provincia Loredana Capone”.
La seconda ribadisce i suoi diritti sulla struttura e esclude comunque l’ipotesi di una convivenza delle due associazioni. “A restauro ultimato -replica la Manni- la destinazione culturale e museale dell’edificio riuscirebbe con difficoltà a convivere con altre, pur apprezzabili e socialmente rilevanti iniziative come quella della Casa delle Donne, per la quale auspico, come donna e cittadina, una diversa e adeguata sistemazione”.
 
Giorgio De Matteis