Il Tribunale Amministrativo di Bari boccia l’esito negativo dato al progetto della centrale Heliantos 1 di Italgest a Lecce. Intanto la Regione Puglia prepara il ricorso al Consiglio di Stato
Lo stop dato dalla Regione Puglia all’impianto Heliantos 1 è illegittimo: il Tar di Bari, con un’ordinanza pubblicata lo scorso 2 dicembre, ha bocciato di fatto l’esito negativo con cui la Conferenza dei servizi aveva chiuso il provvedimento sul progetto della centrale a biomasse. Il Tribunale Amministrativo, infatti, ha accolto la tesi di Italgest Energia spa, difesa dall’avvocato Saverio Sticchi Damiani, sostenendo che “il procedimento è stato chiuso, malgrado la ricorrente (Italgest) avesse richiesto un termine per produrre la documentazione all’amministrazione, effettivamente prodotta il giorno successivo rispetto alla determina impugnata. Non esistevano ragioni o termini perentori che imponevano di concludere il procedimento, senza valutare la documentazione che era stata richiesta”.
Il giudice, con questa sentenza, impone alla Regione Puglia l’obbligo di rimettere sul tavolo la polemizzata questione della centrale a biomasse che dovrebbe sorgere nel circondario leccese e di “esaminare la documentazione prodotta da Italgest e ogni altro elemento utile ai fini di una ponderata valutazione della fattispecie”. Facciamo un passo indietro. La Conferenza dei servizi convocata a Bari, lo scorso 10 agosto, boccia l’istanza presentata dall’imprenditore Paride De Masi che, secondo la stessa amministrazione, non ha adeguatamente e tempestivamente dimostrato la sostenibilità dell’alimentazione dell’impianto con biomasse provenienti da filiera corta (da recuperarsi, cioè, entro il raggio di 70 km e per almeno il 40% del fabbisogno combustibile) secondo i criteri richiamati dalla Legge regionale n. 31 del 2008. La società di produzione di energia rinnovabile, per dimostrare quanto richiesto, deposita un accordo quadro siglato con Coldiretti che però non convince la Regione: si chiede a Italgest, così, di consegnare una documentazione integrativa entro il 20 luglio 2010. L’avvocato Damiani sostiene che, entro il termine previsto, l’impresa abbia consegnato la maggior parte dei contratti di fornitura di biomasse oleose con i coltivatori della zona. Il 10 agosto, giorno in cui la Regione boccia la richiesta di De Masi, la società consegna gli ultimi contratti richiesti (per una fornitura totale pari a 15mila tonnellate).
L’Amministrazione regionale, dal canto suo, ritiene di aver analizzato a sufficienza le carte che si riferiscono alla proposta della centrale Heliantos 1 da realizzare a Lecce e chiude, con esito negativo, il provvedimento. La vicenda, ora, potrebbe riservare nuovi scenari: la Regione, rappresentata dall’avvocato Triggiani, all’udienza dello scorso primo dicembre dinanzi Tar di Bari, convinta di aver bene operato, potrebbe fare ricorso al Consiglio di Stato. Questo è quanto auspicato dall’Amministrazione comunale di Lecce, fin dall’inizio, contraria alla realizzazione di una centrale a ridosso della città. Tutti ricorderanno la campagna di comunicazione con lo slogan “Non biomassacriamo l’aria” (nella foto) riportato dai 6×3 voluti in città dal sindaco di Lecce Paolo Perrone, per gridare ai leccesi il secco “no” all’energia elettrica alimentata da biomasse. Quello sulle biomasse quindi, alla luce dell’ultima sentenza del Tar, sembra essere un dibattito tutt’altro che archiviato.
Barbara Politi