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Il mistero della “pila” scomparsa

Una vicenda singolare per il consigliere Antonio Giannuzzi, improvvisatosi ancora una volta “detective” del patrimonio comunale 
 
Che fine ha fatto una pila antica presente da decenni nel Cimitero comunale? Se lo è chiesto il consigliere di Città Libera, Antonio Giannuzzi, recandosi ad effettuare un sopralluogo su un cantiere e rendendosi conto della scomparsa della vasca. Il consigliere giunto sul posto per caso si è subito accorto di qualcosa di anomalo: “La pila era posizionata vicino ad una cisterna in un angolo caratteristico della parte vecchia del Camposanto, proprio dove oggi c’è un manufatto in lamiera destinato a deposito di attrezzi dell’impresa incaricata del completamento della parte nuova del cimitero. La stessa impresa ha eseguito l’affogamento della cisterna per consentire la sistemazione di un viale”. 
Una situazione incresciosa che ha spinto Giannuzzi a presentarsi dai Carabinieri della stazione locale per denunciare il fatto, specificando le dimensioni della pila (120 x 70 cm) e allegando per ogni buon uso anche la foto. A distanza di qualche giorno le continue ricerche del “detective comunale” hanno sortito degli effetti: al protocollo comunale è arrivata una lettera che ha svelato l’arcano della sparizione della pila antica. La ditta che ha in concessione l’appalto per la progettazione e la realizzazione delle opere di urbanizzazione, dei loculi modulari e delle edicole funerarie a schiera ha scritto al responsabile unico del procedimento, il dirigente comunale Giovanni Puce: “Venerdì 20 aprile durante i lavori con mezzi meccanici di apertura della volta della cisterna, sita tra il vecchio e il nuovo nucleo cimiteriale, è stata urtata e rotta in più parti una vasca in pietra leccese all’apparenza integra ma di fatto già degradata ed indebolita dagli agenti atmosferici. Gli operatori dei mezzi meccanici che effettuavano lo smantellamento della volta, per paura di ritorsione da parte del datore di lavoro, provvedevano allo smaltimento della vasca senza informare dell’accaduto i responsabili del cantiere. Lo scrivente si impegna entro la fine dei lavori a sostituire la  vasca con altra di pari valore assumendosi le dovute spese e oneri di posa in opera”. 
Per Giannuzzi un finale agrodolce della storia: “La pila antica ormai non c’è più. Ma la vicenda dimostra come è opportuno vigilare con attenzione in ogni ambito, senza dar nulla per scontato, soprattutto per quanto riguarda il patrimonio pubblico”.