Cerca

Il gioco dei perdenti

In provincia di Lecce sono oltre un centinaio i ludopatici seguiti dal Dipartimento Dipendenze Patologiche (SerT) della Asl: tra questi sono sempre più le donne (vittime soprattutto dei gratta e vinci) e i giovanissimi (più attratti dai giochi on line), e questa è solo la punta dell’iceberg. Mentre il Governo ha aumentato le licenze per i concessionari di slot machine e centri scommesse, la legge regionale anti-ludopatia del 2013 è rimasta sulla carta e molte vittime del gioco d’azzardo diventano facilmente vittime dell’usura  

 

“Vinsi, e dopo dieci minuti uscii dal casinò con 170 fiorini in tasca. Ecco che cosa può significare talvolta l’ultimo fiorino! E se allora mi fossi perso d’animo, se non avessi osato decidermi, cosa sarebbe accaduto? Domani, domani tutto finirà”. Così Fëdor Dostoevskij concludeva, nel 1866, Il giocatore, un racconto illuminato con protagonista un giovane precettore presso una nobile famiglia in decadenza che, a causa del gioco d’azzardo, perde tutto, anche l’amore della sua Polina. A 150 anni di distanza dalla pubblicazione del capolavoro della letteratura russa la “ludopatia”, così come ormai comunemente viene definito questo disturbo comportamentale, è diventata una vera e propria emergenza mondiale. Una dipendenza a tutti gli effetti, assimilabile a quelle da droghe e da alcool. 

Le cifre delle persone coinvolte stanno aumentando di anno in anno, anche in Salento. Sono, infatti, sempre più numerosi gli individui che si lasciano ammaliare dal piacere del gioco alla ricerca di una vincita facile, in grado di garantire una ricchezza perenne, un cambiamento repentino della propria vita, specie in un contesto generale di crisi economica. Cadendo così nel GAP (gioco d’azzardo patologico) ovvero il desiderio compulsivo di giocare in continuazione, che siano scommesse sportive, slot machine, bingo, poker online, gratta e vinci non fa differenza. L’obiettivo è quello di “strappare” la vincita della vita, senza rendersi conto del reale patrimonio economico e soprattutto affettivo che si sta mettendo in gioco, sino a perderlo quasi definitivamente.

Un fenomeno che interessa proprio tutti, senza alcuna distinzione di sesso, età, professioni. In Italia, secondo la relazione del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio del 2013, i ludopatici sono tra i 300mila e un milione e 300mila. E a crescere è anche il numero di donne e di minori direttamente coinvolti che cadono nella trappola del gioco d’azzardo patologico: il 7,2% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni soffre di gioco d’azzardo problematico, che diventa patologico nel 3,2% dei casi. Una dipendenza che costa socialmente 7 miliardi di euro l’anno e per cui lo Stato troppo poco fa, dal momento che con una mano incoraggia le campagne di informazione per far conoscere i rischi del gioco e con l’altra agevola, l’installazione di slot machine negli esercizi commerciali, la vendita dei gratta e vinci, l’apertura di sale bingo e affini. E dalla ludopatia all’usura il passo è davvero breve.

Intanto la legge della Regione Puglia n. 43/2013, che introduceva l’obbligo di una distanza minima di 500 metri dei locali con attrezzature da gioco da luoghi quali ospedali, scuole e centri di aggregazione giovanile, è rimasta sulla carta…

 

Oltre un centinaio i gamblers in cura presso i SerT salentini 

 

La malattia del gioco d’azzardo attanaglia sempre più famiglie salentine. Numeri che crescono di anno in anno, ma la realtà fotografata è solo una parte di un mondo sommerso ben più vasto. A mancare, a tutt’oggi, è una doppia consapevolezza: quella di essere affetti da una vera e propria patologia che, quindi, necessita di personale altamente qualificato per essere curata, da cui si determina la difficoltà, per vergogna o ritrosia, ad affidarsi ai servizi offerti dalle Asl, dai SerT, dai centri anti-usura, senza dimenticare il sostegno offerto da psicologi e assistenti sociali.

“Sono più di un centinaio le persone che vengono trattate dai nostri servizi -conferma il dottor Salvatore Della Bona, direttore del Dipartimento Dipendenze Patologiche (SerT) dell’Asl di Maglie-. Da 3/4 anni registriamo un progressivo lento incremento di gente che decide di avvicinarsi ai nostri servizi. Abbiamo aperto due nuovi centri sperimentali nel corso degli ultimi mesi: uno a Muro Leccese, dove sorgeva la Guardia Medica, e l’altro a San Cesario con équipe complete (psicologi, medici, assistenti sociali, educatori) e la gente comincia ad avvicinarsi per chiedere aiuto”. Perché la difficoltà principale è quella di comprendere che si soffre di un problema di salute che va curato per il bene proprio e di chi è affianco al giocatore, motivo per cui il sommerso, il numero di coloro che faticano a rivolgersi ai centri specializzati contro le dipendenze, racchiude ancora la maggior parte dei ludopatici. 

“Sta crescendo il numero di donne che entrano nel tunnel del gioco d’azzardo, soprattutto con i gratta e vinci, mentre poker on line, scommesse sportive e slot machine attirano maggiormente il pubblico maschile, purtroppo anche minorenni. Vediamo veramente di tutto”. Casalinghe, imprenditori, disoccupati, non vi è differenza di classe che tenga. L’unica via è quella di continuare con le campagne di informazione, spiegando dove si trovano e come operano i SerT e i centri specializzati, anche se poi dovrebbero essere le istituzioni statali a prendere una via chiara, senza contraddizione come avviene ora: “Per quanto ci riguarda procediamo con una sensibilizzazione a livello provinciale -spiega il dottor Della Bona-. Stiamo elaborando una brochure informativa con tutti gli indirizza a cui ci si può rivolgere, ma le istituzioni devono muoversi di più e senza contraddizione. Da un lato si spendono soldi per curare queste persone, per informarle, dall’altro si danno agevolazioni a chi ha le slot machine. Non posso fare informazione e poi vedermi passare un autobus pubblico con l’affissione di un centro scommesse”. 

 

Alessio Quarta