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“Il futuro dell’ospedale? L’ampliamento, non la chiusura”

Presentato alla città un progetto di potenziamento del “San Giuseppe Sambiasi” che farebbe risparmiare alle casse pubbliche 150 milioni di euro
 
Dalla protesta alla proposta, concreta ed economica. Può riassumersi così l’incontro tenutosi lo scorso 29 ottobre che ha visto il comitato cittadino “Spes Civium” illustrare alla città il progetto di ampliamento dell’ospedale di Nardò. Il “San Giuseppe Sambiasi” rischia infatti di essere ‘fatto fuori’ dal piano di riordino sanitario varato dalla Regione. Per questo motivo un gruppo di tecnici ha redatto un Piano di Fattibilità per l’ampliamento dell’ospedale, che sarà inviato anche al governatore Vendola, agli assessori Fiore ed Amati ed alla vicepresidente della Giunta regionale Loredana Capone. 
Chi pensa che si tratti del solito campanilismo di chi vorrebbe un ospedale in ogni comune, si sbaglia. Infatti l’ingegnere Francesco Antico, coredattore del progetto, in un’aula consiliare gremita di cittadini, spiega: “In provincia sarebbero sufficienti cinque ospedali. Secondo il nostro studio Lecce, Nardò, Maglie, Casarano, Tricase”. Per “Spes Civium” l’ospedale di Nardò coprirebbe un bacino di utenza di 160mila abitanti, il 20% della popolazione provinciale. Un territorio che comprende anche i comuni di Porto Cesareo, Galatone, Seclì, Aradeo e Neviano. Durante l’incontro infatti si è sottolineata l’importanza di coinvolgere anche gli amministratori delle suddette realtà, più volte invitati a partecipare alla “battaglia”. 
Nei piani delle Regione è prevista la chiusura dei nosocomi di Nardò, Copertino e Galatina per creare ex novo una struttura ospedaliera tra queste tre città. “Una spesa per le tasche dei cittadini  di 200 milioni di euro -prosegue Antico-! Potenziando la struttura esistente invece si coprirebbero le stesse funzioni spendendone solo 50: un risparmio di 150 milioni di euro! Va detto tra l’altro che il San Giuseppe Sambiasi sarebbe subito utilizzabile, con 200 posti letto. Ampliandolo, in soli due anni arriveremmo a 465”. 
Il sindaco Marcello Risi ha ribadito la piena apertura dell’Amministrazione comunale: “Le scelte della Regione in merito al riordino ospedaliero, evidentemente dettate dalla fretta, non ci hanno convinto. In città ci sono forze intellettuali e professionali in grado di correggerle. Ora la volontà deve essere politica, di tutti i partiti. Sottoporrò all’attenzione del prossimo Consiglio comunale il Piano di Fattibilità appena presentato”. 
Scettico invece il consigliere provinciale neretino Giovanni Siciliano (Udc), unico politico “extracomunale” presente all’incontro, che sottolinea con rammarico l’assenza dei vertici regionali e quella del direttore generale dell’Asl di Lecce Valdo Mellone. Un altro componente del comitato civico, il generale Franco De Pace, invita la cittadinanza alla manifestazione contro la chiusura dell’ospedale che si terrà in città il prossimo 12 novembre e che vede in prima linea anche monsignor Domenico Caliandro, vescovo della Diocesi Nardò-Gallipoli. 
L’ultima provocazione lanciata dal Comitato, a termine dell’incontro, è dell’ingegner Antico: “Se questa iniziativa non ottiene il consenso della Regione, l’ospedale ce lo faremo da soli!”. Antico si riferisce al project financing, secondo cui anche partner privati potrebbero intervenire economicamente nel progetto. 
 
Stefano Manca